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Il debito pubblico sale a 3.063 miliardi e aumenta la quota in mano a stranieri: è al 32,4%

Non sta "tornando nelle mani italiane" come da propaganda governativa
Il debito pubblico sale a 3.063 miliardi e aumenta la quota in mano a stranieri: è al 32,4%
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Il debito pubblico non sta “tornando nelle mani italiane” come da propaganda governativa. La Banca d’Italia ha fatto sapere che a marzo l’indebitamento delle amministrazioni pubbliche ha toccato quota 3.063,5 miliardi, 30 in più rispetto al mese prima, ma ad aumentare è la quota in mano a stranieri. Che è passata dal 31,9 al 32,4% del totale. Quella detenuta dagli altri residenti, principalmente famiglie e imprese non finanziarie, è al contrario lievemente diminuita al 14,3% dal 14,4% del mese prima. Ha continuato a calare anche la quota del debito detenuto da Bankitalia che, ad aprile, è scesa al 20,2% (dal 20,5 del mese precedente).

L’incremento del debito, spiega via Nazionale, riflette il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (21,5 miliardi), la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (7,2 miliardi, a 69,4), nonché l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (1,4 miliardi).

Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, l’aumento del debito è sostanzialmente imputabile a quello delle amministrazioni centrali (29,9 miliardi). Quello delle amministrazioni locali e quello degli enti di previdenza sono rimasti pressoché invariati. La vita media residua è rimasta stabile a 7,9 anni.

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