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Gli economisti Blanchard e Pisani-Ferry appoggiano la proposta di Zucman: “Serve imposta minima sui grandi patrimoni”

Il 12 giugno il Senato francese voterà la proposta di legge sull'introduzione di una tassa minima sui grandi patrimoni approvata a febbraio dall’Assemblea nazionale
Gli economisti Blanchard e Pisani-Ferry appoggiano la proposta di Zucman: “Serve imposta minima sui grandi patrimoni”
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Gli economisti Olivier Blanchard e Jean Pisani-Ferry affiancano Gabriel Zucman nel sostenere la proposta di legge sull’introduzione di una tassa minima sui grandi patrimoni che sarà votata il 12 giugno dal Senato francese. Il docente del Mit ed ex capo economista del Fondo monetario internazionale e il senior fellow del think tank Bruegel e professore al Peterson Institute for International Economics hanno firmato insieme a Zucman, direttore dell’Osservatorio fiscale europeo e teorico di un’imposta minima sui super ricchi, un editoriale su Le Monde. Nel testo spiegano di avere “opinioni diverse sulla natura di un sistema fiscale ideale e il giusto livello di progressività” ma di concordare sul fatto che “i più ricchi attualmente non contribuiscono quanto le altre categorie sociali, e la proposta di legge” approvata a febbraio dall’Assemblea nazionale francese “è il modo più efficace per rimediare”.

Al centro del testo c’è l’introduzione di una tassa minima del 2% sul patrimonio di chi supera i 100 milioni di euro (circa 1800 famiglie). Secondo gli autori, la misura è necessaria per ristabilire il principio costituzionale di uguaglianza fiscale, oggi compromesso dal fatto che i più ricchi riescono – legalmente – a ridurre quasi a zero il proprio reddito imponibile, sfruttando tecniche di ottimizzazione come le holding. In media, i miliardari francesi pagano solo il 27% del proprio reddito in tasse e contributi, contro circa il 50% del resto della popolazione.

Il meccanismo proposto per invertire la rotta non è una patrimoniale tradizionale, ma una sorta di “imposta integrativa”: si attiverebbe solo se le imposte già pagate risultassero inferiori al 2% del patrimonio netto. Colpirebbe quindi solo chi riesce a eludere in larga parte il fisco. E, a differenza dell’ISF (imposta sulla fortuna) abolita nel 2017, questa tassa sarebbe mirata esclusivamente ai patrimoni più elevati, senza esenzioni.

Il rischio di esodo fiscale per sfuggire alla tassa, secondo gli economisti, è contenuto e può essere gestito, ad esempio prevedendo l’obbligo di continuare a pagare le tasse nel Paese per cinque anni dopo l’eventuale espatrio. Se approvata, la misura potrebbe generare tra 15 e 25 miliardi di euro l’anno, pari allo 0,5-0,8% del pil francese. Non abbastanza per risolvere i problemi di finanza pubblica, ma – affermano gli autori – un passo necessario per ripristinare la legittimità di un sistema fiscale consente ai più ricchi di pagare pochissimo. Stortura identica a quella rilevabile in Italia, come emerso lo scorso anno da un paper di Matteo Dalle Luche, Demetrio Guzzardi, Elisa Palagi, Andrea Roventini e Alessandro Santoro.

Foto dal sito di Oxfam

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