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“Renzi assolto dalla Corte di conti in appello per 2 assunzioni quando era sindaco di Firenze”

L'ex premier e segretario del Pd ha vinto il ricorso contro la sentenza di primo grado della stessa magistratura contabile che lo aveva condannato a pagare al Comune di Firenze 69.738 euro
“Renzi assolto dalla Corte di conti in appello per 2 assunzioni quando era sindaco di Firenze”
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L’attuale leader di Italia Viva, Matteo Renzi, è stato assolto in appello dalla Corte dei Conti dall’accusa di aver creato un danno all’Erario assumendo nel suo staff di sindaco di Firenze due non laureati per incarichi dirigenziali, ossia il portavoce Marco Agnoletti, con diploma di scuola media superiore, e Bruno Cavini, diploma di scuola media inferiore. L’ex premier e segretario del Pd, come riporta oggi Il Tirreno, ha vinto il ricorso contro la sentenza di primo grado della stessa magistratura contabile che lo aveva condannato a pagare al Comune di Firenze 69.738 euro. Insieme a Renzi hanno vinto il ricorso altri due condannati per la stessa questione, l’ex dirigente comunale Claudio Martini (34.969 da pagare a Palazzo Vecchio) e Sarina Liga, 313.821 euro.

La sentenza d’appello della Corte dei Conti chiarisce tra l’altro che la legge è esplicita nel prevedere che il ruolo nello staff del sindaco “può essere parametrato a quello dirigenziale prescindendo dal possesso del titolo di studio”. Inoltre l’appello rileva che i giudici contabili del primo grado “non avessero preso posizione espressa sulla questione dei conseguenti requisiti – tra cui il possesso di titoli di studio – necessari per gli incarichi dirigenziali”, dunque “il giudice territoriale ha deciso la causa in violazione del principio della domanda, condannando sulla base di una causa petendi non prospettata dalla procura contabile”.

Renzi e i due dirigenti comunali sono stati assolti perché “a fronte di una inequivoca domanda risarcitoria fondata sul difetto del necessario titolo di studio posseduto dai soggetti ai quali furono conferiti incarichi di staff”, “la sentenza di condanna ha invece ritenuto sussistente la responsabilità degli appellanti per ragioni del tutto diverse da quelle prospettate dall’atto introduttivo del giudizio” violando così il “principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato”. Per la condanna in primo grado i due nominati come dirigenti nello staff di Renzi – Agnoletti come responsabile dell’ufficio per la comunicazione esterna di Palazzo Vecchio e Cavini come portavoce del sindaco di Firenze – percepirono “una retribuzione da dirigenti non proporzionata al titolo di studio posseduto”, circostanza che avrebbe determinato il danno erariale. Ma l’appello ribalta tutto e assolve Renzi e i due dirigenti comunali Martini e Liga che si occuparono della ‘parte tecnica’ delle nomine (gli atti formali) seguendo l’indicazione politica di Renzi stesso.

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