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Roland Garros, i due italiani in semifinale non si potranno vedere in chiaro: il motivo

Sinner e Musetti saranno visibili in semifinale al Roland Garros soltanto a pagamento: ma in finale potrebbe esser diverso
Roland Garros, i due italiani in semifinale non si potranno vedere in chiaro: il motivo
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Le due semifinali del Roland Garros che vedranno coinvolti i due italiani Jannik Sinner e Lorenzo Musetti non saranno visibili in chiaro. La normativa vigente per la trasmissione dei due match importantissimi per lo sport italiano ha tolto ogni dubbio a chi si chiedeva dove poter vedere le sfide dei due tennisti rispettivamente contro Novak Djokovic e Carlos Alcaraz.

Dove vedere Musetti-Alcaraz e Sinner-Djokovic

Gli incontri verranno trasmessi a pagamento da Warner Bros. Discovery, titolare dei diritti integrali del Roland Garros, visibile sulla piattaforma Discovery+ e sui canali Eurosport distribuiti da Dazn, Sky, Tim Vision e Amazon. Il primo a scendere in campo sarà Lorenzo Musetti alle 14.30 contro Carlos Alcaraz, mentre Jannik Sinner affronterà Novak Djokovic non prima delle 19 (il programma completo). Il discorso però cambierà in finale se dovesse esserci almeno uno tra Sinner e Musetti: la sfida in quel caso dovrebbe andare sul canale Nove, quindi in chiaro. Discovery sarebbe orientata verso questa direzione, ma dovrebbe ricevere il nullaosta degli operatori che si occupano della distribuzione del segnale.

Semifinali solo a pagamento: il motivo

Nulla da fare dunque per chi non possiede un abbonamento alle emittenti sopracitate. Le due semifinali saranno visibili solo sui canali che dal primo turno trasmettono le partite dello Slam parigino. Il motivo? In Italia “comanda” ancora il vecchio elenco, che risale al 2012, degli eventi “di particolare rilevanza per la società di cui è assicurata la diffusione su palinsesti in chiaro”. Per il tennis ci sono le finali e semifinali di Coppa Davis, Billie Jean King Cup e Internazionali d’Italia in caso di presenza di italiani come accaduto a maggio 2025, ma non le fasi clou degli Slam. Due anni fa, il ministero delle Imprese e del Made in Italy aveva cominciato una consultazione pubblica con chi opera nel settore per aggiornare la lista che avrebbe incluso anche gli Slam, come in questo caso. Elenco che però fu bocciato perché ritenuto troppo ampio dal Comitato di contatto della Commissione europea, l’organismo che concede poi l’ok definitivo.

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