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“Virgin Island”, arriva il reality che insegna a fare sesso alle persone illibate e scoppia la polemica: “Modalità discutibili”

Il programma ha debuttato nelle scorse settimane e vede 12 persone illibate impegnate in una sorta di campo di addestramento in un lussuoso rifugio nel Mediterraneo

di Emanuele Corbo
“Virgin Island”, arriva il reality che insegna a fare sesso alle persone illibate e scoppia la polemica: “Modalità discutibili”

Se molte persone provano imbarazzo nel ripensare alla propria prima volta, chissà che ricordi potranno mai avere in futuro i partecipanti di “Virgin Island”, seguiti dalle telecamere di Channel 4 mentre si approcciano, da novellini, in maniera pratica al sesso. Il programma inglese ha debuttato nelle scorse settimane e vede 12 persone illibate impegnate in una sorta di “campo di addestramento” in un lussuoso rifugio nel Mediterraneo. Un percorso di due settimane verso una maggiore consapevolezza della propria intimità nella speranza di poter superare le paure che le frenano quando si tratta di darsi ai piaceri di Afrodite. “Virgin Island” parte da una premessa: secondo una ricerca dell’University College di Londra un ventiseienne su otto è ancora vergine, rispetto a uno su venti nelle generazioni precedenti. Le cause sono molteplici: social media, pornografia, solitudine. Il risultato sono livelli senza precedenti di ansia per l’immagine corporea e paura del sesso.

Tra i protagonisti del reality c’è chi non ama essere toccato, chi è stata ripetutamente definita dagli amici del liceo la “DUFF (designated ugly fat friend)” e chi non ha mai avuto un’esperienza sessuale positiva e sta ancora cercando di accettare la propria sessualità. Ad aiutarli in questo insolito percorso sono state chiamate figure che si definiscono “coach dell’intimità emotiva”, “terapeuta di partner surrogato” e “terapista sessuale”. A loro il compito di dargli una mano per superare i blocchi fisici ed emotivi legati al sesso. Le modalità, però, destano qualche perplessità, tanto che anche il Guardian ne ha parlato in un lungo articolo. Ci sono tutorial sul sesso orale, partecipanti che si danno banane a vicenda bendati, ad altri viene chiesto di scrivere e leggere le proprie fantasie sessuali davanti a tutto il gruppo. Ma soprattutto, come riporta Standard.co.uk, “la maggior parte della terapia prevede petting (consensuale) sempre più intenso da parte del gruppo di terapisti più sessualmente eccitati che si sia mai visto”.

Chi alla fine della full immersion nei meandri del piacere sarà riuscito a perdere la verginità potrà considerarsi vincitore, anche se risulta difficile capire dove possa stare la vittoria se il prezzo da pagare è mettere a nudo la propria anima (oltre a diverse parti del corpo) a favor di telecamera. La sfera del desiderio e del piacere è complessa, imprevedibile e non merita di essere banalizzata, quando non addirittura ridicolizzata, nell’esiguo spazio di qualche ora di trasmissione tv. La vera terapia, per il gruppo di verginelli allo sbaraglio, probabilmente inizierà dopo l’avventura sul piccolo schermo per ristabilire un contatto autentico con la propria intimità.

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