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“Sono morto per 45 minuti. Guardavo il mio corpo dall’alto come in un film, ma non sembravo io. Poi ho visto una luce e mi sono risvegliato nel sacco dei cadaveri”

L'ex bodybuilder condivide la sua esperienza di pre-morte: la visione dell'aldilà, il distacco dal corpo, la "regia" della sua stessa morte criticata con occhio professionale

di F. Q.

Quarantacinque minuti. Tanto sarebbe durata la sua “morte clinica“, un tempo sufficiente, secondo il suo racconto, per “assistere” al proprio decesso da una prospettiva esterna, come se fosse lo spettatore di un film particolarmente realistico sulla sua stessa vita. È la storia incredibile, ai confini della realtà, condivisa questa settimana su TikTok da un utente che si fa chiamare @after.life.echoes, un ex bodybuilder che afferma di essere “morto” e tornato indietro dopo una reazione avversa a un farmaco.

Tutto sarebbe iniziato con un collasso improvviso nel bagno di un ristorante, seguito da convulsioni. Trovato privo di vita e freddo al tatto, i medici lo hanno considerato morto per circa 45 minuti. Ma in quel lasso di tempo, lui racconta di aver vissuto un’esperienza straordinaria. “Stavo guardando tutto dall’alto”, ha spiegato nel suo video virale, “ma la cosa strana è che non sembrava affatto che fossi io, anche se ero lì seduto a guardare il mio stesso corpo morto”. Un’esperienza di distacco che paragona al cinema: “È quasi come vedere un film, un film vero, e vedere qualcuno vestito come te e che ti somiglia nel film, ma tu pensi: ‘Quello non sono io perché io sono qui a guardare il film‘”. Con un passato professionale nella TV e nel cinema, ha persino aggiunto un commento tecnico, quasi surreale data la circostanza: “Ho pensato che fosse una scelta così strana per il regista [della sua ‘morte’, ndr] pensare che dovesse esagerare tutti questi pensieri di ognuno nella stanza”.

Mentre la sua coscienza osservava la scena, il suo corpo veniva trattato come quello di un defunto. Ha raccontato di aver visto i paramedici inserire il suo corpo in un sacco per cadaveri e caricarlo su un’ambulanza. È stato proprio durante il trasporto che qualcosa è cambiato: “Mentre ero nel retro [dell’ambulanza], ho iniziato a vedere una luce – e ho ripreso conoscenza”. Poco dopo, avrebbe sentito uno dei paramedici esclamare: “Questo qui non è morto!”. L’operatore ha aperto la cerniera del sacco, trovando segni di vita. “È stato allora”, conclude il tiktoker, “che ho finalmente iniziato a realizzare che stavo guardando la mia stessa morte”.

Esperienze simili di pre-morte e il dibattito scientifico
La storia di @after.life.echoes è emersa quasi in contemporanea con quella di Brianna Lafferty, una donna del Colorado che, dopo una sua esperienza di pre-morte, ha affermato che “la morte è un’illusione perché la nostra anima non muore mai. La nostra coscienza rimane viva. E il nostro stesso essere si trasforma soltanto”. Brianna ha aggiunto: “Ho notato che i nostri pensieri creano una realtà lì [nell’aldilà] – ci vuole solo tempo – il che è una benedizione”. Questi racconti, pur straordinari, si inseriscono in un filone di testimonianze sulle Esperienze di Pre-Morte (NDE) che da decenni affascinano e interrogano scienza e pubblico. Alcuni studi hanno dimostrato che il cervello umano può mantenere una certa attività anche per breve tempo dopo l’arresto cardiaco o respiratorio, con possibili “esplosioni” di attività anche dopo un’ora di assenza di ossigeno durante le manovre di rianimazione. Questo ha portato alcuni medici a chiedere una revisione dei criteri standard per la dichiarazione di morte. Le teorie scientifiche sul perché molte NDE presentino elementi simili (luci, tunnel, sensazione di pace) sono diverse e dibattute. Una ipotizza che, in condizioni estreme, il cervello “disinibito” possa accedere a ricordi e percezioni in modo incredibilmente vivido e lucido. È importante distinguere la “morte clinica” (arresto delle funzioni vitali, potenzialmente reversibile) dalla “morte cerebrale” (cessazione irreversibile di tutte le funzioni encefaliche).

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