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In Cina si compra un’auto elettrica a 7.500 euro ma un costruttore lancia l’allarme: “Così il settore non regge”

In Cina si compra un’auto elettrica a 7.500 euro ma un costruttore lancia l’allarme: “Così il settore non regge”
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Si fa incandescente lo scontro per il predominio del mercato cinese dell’auto elettrica. La scorsa settimana Byd, primo costruttore al mondo di vetture a batterie, ha operato un drastico taglio dei prezzi per aumentare ulteriormente la competitività dei suoi modelli. Una campagna promozionale che interessa 20 modelli con una sforbiciata ai listini fino al 34%. In Cina si riesce a comprare un’auto elettrica a circa 7,500 euro.

Ora il presidente della concorrente Great Wall Motor, Wei Jianjun, ha definito il settore “malsano” e citato un caso Evergrande in fieri, il gruppo immobiliare cinese in difficoltà con oltre 300 miliardi di dollari di debiti. Li Yunfei, direttore generale della divisione brand e Relazioni pubbliche di Byd, ha replicato in una lunga dichiarazione sui social, esprimendo confusione e frustrazione per quelle che ha definito “campagne diffamatorie malevoli“.

La controversia è nata dalle dichiarazioni della scorsa settimana di Wei che ha ipotizzato una “Evergrande dell’industria dell’auto”, esistente ma non “esplosa”, e ha criticato l’aggravarsi della guerra dei prezzi in Cina, con la conseguente pressione sui margini che colpisce i profitti di case costruttrici e fornitori.
Wei non ha fatto nomi, ma le speculazioni online hanno messo Byd nel mirino, costringendo la compagnia a replicare. Li ha contestato le accuse presentando i dati finanziari comparativi di diverse società automobilistiche globali e nazionali, obiettando che la salute finanziaria complessiva delle principali case cinesi è superiore a quella delle loro controparti straniere, escludendo una “Evergrande dell’industria automobilistica” in Cina.

I marchi cinesi hanno avuto una robusta crescita fio a detenere oltre il 60% della quota di mercato nazionale. La Cina è stata anche il maggiore esportatore di automobili al mondo per due anni consecutivi, con molti marchi cinesi, tra cui Byd, Chery e Saic,che hanno avuto successi significativi all’estero, Europa inclusa. Li ha concluso notando che Byd ha segnalato “prove rilevanti” alle autorità nazionali e intraprenderà azioni legali contro tutte le parti coinvolte in campagne diffamatorie.

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