Andrew e Tristan Tate dovranno affrontare un processo nel Regno Unito. La procura d’Inghilterra e Galles ha formalizzato 21 capi d’accusa: 10 per Andrew e 11 per Tristan. I reati contestati includono stupro, lesioni personali, tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione. I fatti contestati risalgono a un periodo compreso tra il 2012 e il 2015 e coinvolgono tre presunte vittime nel caso di Andrew e una per Tristan. I due fratelli, influencer con doppia cittadinanza statunitense e britannica, si trovano attualmente in Romania, dove sono già imputati in procedimenti distinti. Il Crown Prosecution Service ha spiegato che “prima devono essere risolte le questioni penali interne in Romania”.
La decisione di procedere con l’incriminazione è arrivata dopo l’invio di un fascicolo di prove dalla polizia del Bedfordshire. “Andrew Tate, influencer ed ex kickboxer di 38 anni, deve rispondere di 10 capi d’accusa relativi a tre presunte vittime, tra cui stupro, lesioni personali, tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione a scopo di lucro”. Per il fratello, 36 anni, si parla di 11 capi legati a una sola vittima. Entrambi negano ogni addebito e si dichiarano completamente innocenti. “Respingiamo categoricamente tutte le accuse” hanno dichiarato attraverso i loro legali. Ma secondo i magistrati inglesi, ci sarebbero prove sufficienti per portarli a processo appena concluse le procedure giudiziarie in Romania.
Dopo l’arresto a Bucarest nel dicembre 2022, era stato messo ai domiciliari con accuse di stupro, tratta e sfruttamento sessuale, accuse poi estese anche al fratello. Nuove imputazioni, tra cui rapporti sessuali con minori e tratta di minori, sono state avanzate nell’agosto 2024. Ma i due fratelli sono rimasti in libertà dopo un periodo di restrizione e, a inizio 2025, hanno viaggiato negli Stati Uniti con un jet privato.
Nel marzo 2025, sono tornati in Romania. Ai giornalisti hanno dichiarato: “Gli uomini innocenti non scappano da niente”. Si sono presentati volontariamente alle autorità di Bucarest per, dicono, “dimostrare la nostra piena disponibilità e trasparenza”. L’estradizione in Regno Unito resta sospesa finché i processi rumeni non saranno chiusi.