“Inter più esperta del Psg? Non contano gli anni sulla carta d’identità. Di Lautaro mi hanno impressionato due cose”: parla Ronaldo
Ci sono gli occhi di Acerbi, le parate di Sommer, il ruolo di Thuram. Soprattutto la rabbia di Lautaro Martinez, il capitano. Sono questi gli ingredienti con cui Ronaldo il Fenomeno analizza la finale di Champions League tra Inter e Psg. Lui che non l’ha mai vinta, anzi non è mai nemmeno arrivato in finale, e in nerazzurro ha alzato al cielo la Coppa Uefa: “Sarebbe bello che la squadra di oggi mi regalasse questa gioia, l’unica che mi manca, come già nel 2010″. Ronaldo tifa Inter, ovvio. Ma nella sua lunga intervista a La Gazzetta dello Sport non manca di sottolineare le insidie della finalissima di Monaco di Baviera, di un Psg considerato più equilibrato rispetto al Barcellona, sconfitto dai nerazzurri in semifinale. Anche se per il brasiliano sarà determinante che l’Inter scenda in campo con la stessa “rabbia“, quella rappresentata alla perfezione da capitan Lautaro.
“Ho visto Inter-Barcellona in tv: è stata una meraviglia, uno show. L’Inter quella sera una cosa in più rispetto al Barcellona l’ha avuta di sicuro e dovrà averla anche in finale: la capacità di restare attaccata alla partita, quasi con rabbia, fino alla fine. Bastava guardarli in faccia, gli interisti”, spiega Ronaldo, che non dimentica “gli occhi di Acerbi dopo aver segnato”. Le parole più esaltanti però sono appunto per l’attaccante argentino: “Di Lautaro mi hanno impressionato due cose – racconta Ronaldo – lo sguardo che aveva la sera di Inter-Barça, non stava bene eppure sembrava che volesse mangiare la partita. E immagino come a Monaco vorrà mangiare il pallone, visto che avrà recuperato anche fisicamente. Quella faccia me la aspetto anche da tutti gli altri interisti, da Barella in giù”. E poi la disperazione “per lo scudetto perso. E un capitano sa trasformare la rabbia in qualcosa di positivo. E trascinare la squadra trasmettendo voglia di riscatto”.
Ronaldo è rimasto impressionato anche da Thuram: “Mi è sembrato l’attaccante che qualunque altro attaccante vorrebbe avere vicino. Io ho giocato contro suo padre, difensore incredibile: deve avergli trasmesso un po’ della sua mentalità. Uno che gioca come Marcus mi avrebbe fatto fare un sacco di gol“. Dai marcatori ai portieri, Sommer e Donnarumma: l’azzurro “è quel tipo di portiere che con il fisico non ti fa vedere la porta, ti toglie soluzioni di tiro. Sommer è più imprevedibile: in una frazione di secondo è dove non immagini possa arrivare”. Ronaldo è certo, anche le loro parate indirizzeranno la finale.
Il Fenomeno invece mette in guardia l’Inter, squadra più navigata rispetto al Psg: “L’esperienza non la fanno gli anni sulla carta d’identità, ma gli anni vissuti ad alti livelli: il Psg ha giocatori che hanno giocato tante partite, e importanti, almeno quanto quelli dell’Inter. Anche per questo, credo sarà una finale molto equilibrata“. Secondo Ronaldo, per i nerazzurri sarà più difficile affrontare i parigini rispetto al Barcellona: “Credo che fosse un’avversaria ‘ideale‘ da affrontare per giocarsi qualcosa di così grande. E per ideale intendo fortissima davanti – come l’Inter dietro – ma poco prudente, diciamo così, in fase difensiva, e l’Inter ha giocatori, non solo attaccanti, che non perdonano. In questo senso con il Psg potrebbe essere più dura. Ma Inzaghi lo sa”. Il merito è del tecnico, Luis Enrique: “Le sue squadre hanno sempre un equilibrio“. Per l’Inter, però, il problema è che “davanti il Psg non è molto meno forte del Barcellona. Un po’, non molto”. Questa è l’analisi di Ronaldo, che di attaccanti se ne intende. E che punta tutto sulla “rabbia” di Lautaro Martinez: oggi è lui a vestire la 10 nerazzurra.