Durante l’intervista a “Belve“, andata in onda ieri martedì 27 maggio su Rai2, Lunetta Savino ha confessato di aver un cattivo rapporto con le scene erotiche. “Anche i baci non li sopporto sul set”. Poi l’attrice ha risposto in merito alla domanda su chi fosse il miglior baciatore sul set: “Brignano pessimo, un buon baciatore è stato Solfrizzi. E Massimo Ghini una volta sul set ha voluto un bacio bacio…”. Sulle trasgressioni non si è tirata indietro: “Quando ero giovane c’era una promiscuità maggiore. Capitava anche una cosa a tre. Ecco, è capitata“.
Lunetta Savino “solare nonostante il nome che devo allo Sputnik” ha ripercorso la sua carriera: “Il cinema italiano non dà molto spazio alle donne, la televisione molto di più“. La Savino ha confermato di non avere avuto “né padrini, né protettori, ce l’ho fatta con le mie gambette. Purtroppo, a volte, le attrici per emergere e avere dei ruoli importanti, essendo brave, hanno dovuto aspettare di essere fidanzate col regista o con il produttore, qualcuno insomma che costruisse il personaggio giusto”.
Per la Savino comunque “i primi passi per entrare nel mondo spettacolo li fai meglio se hai le gambe lunghe. Una volta dopo un provino mi fu detto che non avevo il profilo del naso adatto per fare Ofelia. Mi sembrò una strana scusa. Era Gabriele Lavia. L’attrice che prese il mio posto non lavora più”.
L’attrice ha ricordato l’esperienza nel monologo teatrale “Prova orale per membri esterni” in cui lei era una professoressa del Centre Pompinou, “insegnante di fellatio” :”Ero terrorizzata, bevevo due gin tonic prima di andare in scena. Era proprio una lezione. Lei mostrava le varie tipologie che sono tante: segato, doppio 69, simplex. Ma si parte da un disegno alla lavagna oppure ti arrangi con un pò di ortaggi”.