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Donatore di sperma ha trasmesso un gene che predispone al cancro: coinvolti almeno 67 bambini in tutta Europa. L’allarme della biologa: “Ora hanno la sindrome di Li-Fraumeni”

di F. Q.
Donatore di sperma ha trasmesso un gene che predispone al cancro: coinvolti almeno 67 bambini in tutta Europa. L’allarme della biologa: “Ora hanno la sindrome di Li-Fraumeni”

Dona sperma ma è anche portatore di una mutazione genetica che predispone al cancro. L’atroce e complessa vicenda riguarda un uomo che ha cominciato a donare i suoi spermatozoi ad una clinica danese attorno al 2008. Ma soprattutto riguarda, ad oggi, circa una ventina di bambini, nati tra il 2008 e il 2013, da procreazione assistita che sono in possesso di una mutazione genetica legata alla sindrome di Li-Fraumeni, una rara condizione ereditaria che predispone allo sviluppo di particolari tipi tumori.

Circa una decina di questi bambini hanno sviluppato una tipologia tumorale afferente a questa sindrome. L’allarme è scattato quando nel 2023 la biologa francese Edwige Kasper, un’ esperta di ereditarietà genetica di questo tipo di cancro, venne contattata dal medico di una famiglia con un figlio concepito da procreazione assistita con seme derivante dall’azienda danese. Il bambino era affetto dalla sindrome di Li-Fraumeni, malattia rara che all’anno in media colpisce una persona ogni 5mila-20mila. È stata la dottoressa Kasper ha fare la cernita di tutti i bimbi nati dal donatore segnalato e ne ha trovati 67, nati in 46 famiglie che vivono in 8 paesi europei.

Nel frattempo anche la banca del seme danese, contattata dai medici che avevano rilevato patologie tumorali precoci nei bimbi (leucemia e linfoma di Hodgkin) hanno analizzato il caso spiegando che non si tratta di una loro negligenza perchè nonostante gli esami approfonditi a cui vengono sottoposti tutti i donatori “ogni essere umano possiede circa 20mila geni ed è scientificamente impossibile individuare mutazioni patogene nel patrimonio genetico di una persona se non si sa cosa si sta cercando”.

La conferma alle affermazioni ufficiali della banca del seme le ha data a Repubblica la stessa dottoressa Kasper sostenendo che nel 2008, quando questo donatore ha cominciato a donare i suoi spermatozoi “questa variante era praticamente impossibile da individuare”. La Kasper ha comunque sollevato la questione cruciale ovvero quella del numero di nascite legare allo stesso donatore. Attività legale che però in Europa non ha un’unica regolamentazione identica per tutti. Ad oggi, ad esempio, la banca del seme danese da cui proviene lo sperma non proprio ideale alla donazione prevede un limite di utilizzo per al massimo 75 famiglie. Numero che nel 2008 probabilmente – ma c’è il silenzio della privacy – non era questo ma sicuramente più alto.

“In condizioni normali è estremamente raro che un singolo padre abbia 75 figli”, ha spiegato la Kasper facendo capire che essendo una mutazione genetica rara se la donazione non si moltiplicasse in modo esponenziale, e per meri fini commerciali, molto probabilmente non avremmo questo moltiplicarsi di casi di bambini malati. Come segnala infine IlPost in Francia, Regno Unito e Portogallo “la legge limita a dieci il numero di nascite per ogni donatore”, mentre in Italia il limite è di sei “anche se è possibile che a causa dei limiti imposti alla “fecondazione eterologa” e al fenomeno delle donazioni informali alcuni uomini possano aver contribuito alla nascita di un maggior numero di bambini”.

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