Giovanni Minoli, 80 anni il prossimo 26 maggio, si è raccontato a Il Giornale, a cominciare dal rapporto con sua madre: “Mia madre e mio padre sono morti nello stesso modo: in due incidenti automobilistici a 15 anni di distanza l’uno dall’altro. Mio padre si è schiantato contro un autotreno che faceva una inversione a U sull’Aurelia, e mia madre perché andava a 200 all’ora con la Porsche. Mia madre era una pazza scatenata“.
Un rapporto con la mamma che il giornalista definisce “pessimo” per poi poco dopo scusarsi “di non averla capita. Abbiamo litigato troppo. Io sono stato 10 anni senza parlarle perché lei un giorno ha trattato male Matilde, mia moglie. E io le ho detto: mamma, o le chiedi scusa o non mi vedi più. Chiaramente lei non le ha chiesto scusa e io per 10 anni non l’ho vista. Quelle scuse mancate sono un rimpianto che cresce ora che mi avvicino alla morte”. Vedova a cinquant’anni con otto figli, “oggi – spiega Minoli – posso solo ammirarla”.
Il racconto di infanzia e giovinezza tocca un momento difficile, doloroso: “Quando ero ragazzino ho subito una violenza che non ho mai raccontato. Una donna che lavorava in casa per noi ha abusato di me (…) Avevo 14 anni. Posso solo dirle so perfettamente cosa provi una donna stuprata”. E ancora: “Ti rimane addosso il senso della violenza. Un trauma che ha sviluppato in me una smisurata sensibilità. C’è voluto tempo ma ho capito che solo con l’amore potevo ricucire i rapporti con le donne“. Cosa che, però, è riuscito a fare: “(…) Nella mia vita ho avuto solo grandi amori. Delle donne mi è solo interessato capirle e amarle profondamente”.