“Materazzi qualche volta si è offeso per i miei ritratti. Ho sfiorato la Serie A grazie a Simona Ventura, era il mio cruccio”: i ricordi di Gene Gnocchi

Gene Gnocchi ha rischiato di fare l’avvocato al posto del comico. Ma il vero rimpianto è non essere riuscito a fare il calciatore. Il comico si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera: molti suoi ricordi sono inevitabilmente intrecciati al pallone, lui che è stato volto tra le altre di trasmissioni come Mai Dire Gol e Quelli che il calcio. Ma Gnocchi spiega che c’è altro: “Il mio vero rimpianto è legato al calcio”. E aggiunge: “Se mi dicono che non faccio ridere non me ne frega niente, ma se mi dicono che non ho saputo giocare a calcio è l’offesa più grande“.
Insomma, Gnocchi è stata un calciatore e avrebbe voluto giocare a pallone da professionista: “Ero molto bravo tecnicamente, ma un po’ lento. Sono arrivato alla Serie D ma a un certo punto capisci che non potrai fare più il calciatore a livello alto e se vivi quello sport visceralmente, come faccio io, soffri“. Poi per, proprio grazie alla trasmissione Quelli che il calcio, Gnocchi è stato a un passo dall’esordio in Serie: “Non aver giocato in Serie A è stato il mio cruccio, ma l’ho sfiorata, nel 2006, quando grazie a Simona Ventura e “Quelli che il calcio” sono stato tesserato con il Parma“.
Tutto vero. Infatti il nome di Gene Gnocchi compariva anche nel listone del mitico Fantacalcio, ma il tanto agognato debutto, anche per una manciata di minuti, non è mai avvenuto: “Due ragazzi di Sassari, di cui poi sono rimasto amico, mi avevano preso al Fantacalcio”. Il comico però ha fatto le sue fortune anche ironizzando sul delicato mondo del pallone. Ed è sempre pericoloso fare ironia sul calcio in Italia: “Ricordo che Materazzi qualche volta si era offeso quando lo citavo… poi gli è passata”. Perché? “Dicevo che quando giocava a calcio era un angioletto, uno che non aveva mai fatto un fallo, cose così…”. Altri calciatori invece potrebbe fare i comici: “Cassano fa molto ridere. Anche Totti fa ridere, solo inconsapevolmente”, commenta Gnocchi.