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In Romania vince il candidato pro-Ue Dan, Simion ammette la sconfitta alle elezioni. Nazionalisti vanno oltre il 45%

L'Europa vince, ma il nazionalismo cresce nel Paese. Un segnale, dopo la vittoria di Simion al primo turno, che la compagine moderata dovrà tenere in considerazione nel corso del suo mandato
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La destra ha perso, ma dalla Romania è arrivato un segnale forte e chiaro alle formazioni pro-Ue. Dopo una notte di incertezza, vissuta col nuovo presidente Nicusor Dan, indipendente che ha raccolto il sostegno di chi nel Paese rimane fedele al blocco euro-atlantico, che al termine dello spoglio ha ottenuto poco meno del 55% dei voti contro il 45% del nazionalista George Simion e quest’ultimo che, però, aveva iniziato a parlare di voto irregolare. Poteva essere una notte di proteste di piazza, quella a Bucarest, invece nelle strade sono scesi i sostenitori del vincitore, anche perché proprio Simion, alla fine, ha ammesso la sconfitta: “Vorrei congratularmi con il mio avversario, Nicusor Dan – ha dichiarato – Ha vinto le elezioni, e questa era la volontà del popolo rumeno”.

L’Europa vince, ma il nazionalismo cresce nel Paese. Un segnale, dopo la vittoria di Simion al primo turno, che la compagine moderata dovrà tenere in considerazione nel corso del suo mandato. Anche perché, questa volta, a votare per il candidato nazionalista è stata anche la maggioranza dei romeni all’estero, generalmente più su posizioni europeiste. Intanto, però, a Bucarest migliaia di persone hanno festeggiato la vittoria di quello che è ormai l’ex sindaco della capitale, anche lui in strada con i suoi sostenitori. “Nikusor, Nikusor”, “Europa, Europa” e “Russia non dimenticare, la Romania non è tua” sono alcuni dei cori cantati in piazza dai vincitori, mentre Dan ha lanciato un messaggio anche a quelli che non hanno votato per lui: “Rispetto per quelli che hanno fatto una scelta diversa – ha detto – Iniziamo la ricostruzione della Romania, una Romania unita e onesta, basata sul rispetto della legge e di tutte le persone”. Ha poi ringraziato chi si è recato alle urne per sostenerlo: “È stata una mobilitazione senza precedenti e, pertanto, la vittoria appartiene a ciascuno di voi. A ogni rumeno che è andato a votare, che ha fatto sentire la propria voce e ha lottato per ciò in cui crede, per il Paese che desidera e in cui desidera vivere”.

Da adesso, l’obiettivo è quello di prendere in mano il Paese anche grazie al sostegno degli alleati in Ue. Per questo Dan ha annunciato su X che “nei prossimi giorni avremo colloqui approfonditi” con il presidente francese Emmanuel Macron “sul nostro futuro comune e la sicurezza dell’Unione europea”. Dan ha voluto “ringraziare il presidente Macron per la telefonata di congratulazioni di stasera”, mentre “tutta l’Europa ha seguito con attenzione le elezioni in Romania”.

La risposta arriva direttamente dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che si è congratulata per la vittoria elettorale del sindaco di Bucarest: “Le mie più vive congratulazioni a Nicusor Dan per la sua vittoria di stasera! Il popolo rumeno si è recato massicciamente alle urne. Hanno scelto la promessa di una Romania aperta e prospera in un’Europa forte. Insieme manteniamo questa promessa. Non vedo l’ora di lavorare con voi”.

Chi non accetta, nonostante l’ammissione di Simion, la sconfitta dei nazionalisti è la Russia, accusata di aver tentato di influenzare il voto quando il candidato della destra era Calin Georgescu, con le elezioni che sono state annullate. Il Cremlino ha definito “come minimo strane” le elezioni: “Conosciamo – ha detto il portavoce Dmitry Peskov – la storia del candidato che aveva le maggiori possibilità. Senza preoccuparsi di trovare alcuna giustificazione, è stato semplicemente escluso dalla corsa con la forza”. Peskov ha risposto anche a una domanda sulle accuse del fondatore di Telegram, Pavel Durov, secondo il quale Parigi avrebbe cercato di ”ridurre le voci conservatrici al silenzio” in Romania in vista delle elezioni presidenziali. “Il fatto che i Paesi europei, Francia, Gran Bretagna e Germania, interferiscano negli affari interni di altri Paesi non è una novità. Sono solo frammenti che vengono alla luce. Credetemi, c’è molto di più di quanto conosciamo io e voi”.

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