A prendere gli applausi è Kinder, un labrador ormai ben addestrato per l’accompagnamento dei non vedenti. Affidabile e anche molto simpatico, nel percorso dimostrativo con il suo istruttore non sbaglia nulla. Si ferma davanti ai gradini, aggira la buca inaspettata, aspetta il segnale di attraversamento della strada. Riesce persino a riconoscere un impedimento posto ad altezza del suo conduttore e ad aggirarlo. Ha capito benissimo che sta dando prova della sua abilità in pubblico e che quello è il suo momento di gloria: far vedere quanto ha imparato. Infatti si aspetta pure il gradimento del pubblico, che arriva scrosciante insieme ai “Bravo!”.
Al Centro di Addestramento di Limbiate- Servizio Cani Guida Lions (provincia di Monza e della Brianza), è in corso la nuova edizione della campagna di raccolta fondi “Due occhi per chi non vede”. Grazie a questa iniziativa benefica, promossa dalla Fondazione Arcaplanet (fino al 18 maggio in tutti i Pet store Arcaplanet) a sostegno dell’addestramento dei cani guida del Centro, possiamo scoprire cosa si cela dietro il lavoro di formazione di questi cani che diventeranno gli occhi di chi non vede accompagnandoli in tutte le azioni quotidiane: fare la spesa, passeggiare, andare in spiaggia, al parco, sbrigare commissioni, incontrare amici.
Nella struttura d’eccellenza di Limbiate, in un parco di 25mila metri quadrati, ci sono ben 2.340 labrador fra cuccioli, cani adulti in addestramento e cani da riproduzione. Ogni spazio è pensato loro in tutte le fasi ed esigenze, sale parto, nursery, sala giochi per i cuccioli, spazi aperti dove correre insieme, percorsi di apprendimento. Mentre i piccoli non vedono l’ora di uscire dalle loro stanzette appena vedono i visitatori e saltellano per farsi vedere, quelli già addestrati se ne stanno fuori tranquilli e si scambiano saluti affettuosi l’un l’altro.
“Ogni cane ha il suo carattere – spiega Corrado Bernini, istruttore responsabile con 38 anni di esperienza nell’addestramento – ma tutti hanno un’indole talmente socievole e solidale da essere scelti come cani perfetti per accompagnare i non vedenti. Sono un po’ gli amiconi che tutti vorremmo, eterni adolescenti nel tempo libero ma precisi e responsabili sul lavoro”. Come fanno a sapere quando sono in servizio e quando no? “E’ semplice – risponde – guidarli per la maniglia significa per loro lavorare, tenerli al guinzaglio significa riposo dal lavoro”. Facciamo un esempio pratico: nella seconda ipotesi il labrador sa che non si deve fermare davanti ai gradini e può proseguire normalmente oppure può saltare una buca a quattro zampe.
La curiosità: sono tutti adatti a questo tipo di impegno? L’istruttore spiega che viene fatta una selezione già nei primi tre mesi, perché non tutti sono adatti anche se la gran parte lo è. I piccoli vengono mandati in famiglie ospitanti, puppy walker, che insegnano loro la socialità, li portano in giro per la città, li integrano nella loro vita domestica e all’esterno. Ogni mese però tornano al Centro per una verifica ed eventualmente una correzione del comportamento. Infine, dopo un anno circa dall’adozione temporanea, tornano al Centro per cominciare il ciclo di addestramento vero e proprio che dura sei mesi.
In questo lungo periodo imparano ad accompagnare il conduttore anche in centri urbani molto grandi come Milano, affollati e pieni di pericoli. I percorsi vengono cambiati di continuo perché i cani hanno buona memoria. Si insegna loro l’attraversamento delle strade. Non vedendo i colori i labrador si regolano su suoni e rumori. Si insegna anche a evitare le distrazioni sui percorsi, come la ‘baldoria’ con altri cani mentre lavorano.
Qual è la metodologia? Ogni istruttore ha quattro cani da formare, e ne rinforza ogni traguardo con crocchette e messaggi positivi. Mai una punizione se sbagliano: il mancato rinforzo è già un segnale chiaro. Tuttavia non tutti si rivelano adatti. “Ogni cane ha il suo carattere unico e speciale. Anche se i labrador hanno un’indole talmente socievole e solidale da essere scelti come cani perfetti per accompagnamento dei non vedenti e in altre situazioni di aiuto, capita anche che ci siano nel gruppo lo sfaticato o la sfaticata di turno”, scherza Bernini. Specifica: “Sembra di vedere a volte, nel loro giocare insieme, alcuni tipi umani, il bulletto, il timido, il papà o mamma ideali. L’’ultima caratteristica è perfetta per inserirli nei riproduttori. E che dire dei play boy”. Insomma, ci sono ruoli anche per i pochi che non sono tagliati per l’accompagnamento, perché magari troppo esuberanti o emotivi: “Il cane non deve affezionarsi troppo al conduttore nella fase di apprendimento, non si deve mai creare un legame simbiotico fra noi”, rivela ancora Bernini.
Motivo? Il distacco fra cane e addestratore deve essere un po’ come quello positivo fra allievo e insegnante: l’autorevolezza del maestro super partes piuttosto che il coinvolgimento del genitore. Il rapporto simbiotico e speciale che si andrà a costruire sarà con il non vedente. E avrà dei risvolti incredibili perché il labrador diventerà la fonte di autonomia del suo conduttore, con una responsabilità immensa.
Racconta Giovanni Fossati, presidente del Servizio Cani Guida Lions di Limbiate: “Ho fatto il cammino di Santiago di Compostela in Spagna con una ragazza non vedente condotta da un nostro cane guida. Il percorso, già difficile per sé, era dissestato a causa del maltempo. Ebbene, il cane faceva evitare alla sua conduttrice persino le pozzanghere”.
Altri casi casi impensabili ci vengono raccontati dall’istruttore Luca Trovato: “Un labrador alla prima uscita con il non vedente, che era dietro di noi nell’uscita guidata, si è perso nel tragitto con la conduttrice. Li abbiamo ritrovati al furgoncino posteggiato da dove eravamo partiti”. E c’è anche l’episodio delle chiavi di casa perse per strada e ritrovate dal labrador che ha condotto il suo ‘genitore’ proprio dove erano cadute. Sono cani intelligenti, e felici. Questo è il loro più grande dono. Se si fanno male e non possono più svolgere il loro lavoro? La lista di attesa di famiglie che li vogliono è molto lunga. Si meritano di certo una bella pensione.