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Ultimo aggiornamento: 10:44 del 7 Maggio

Gaza, Cacciari zittisce Luttwak: “Altro che antisemitismo, nei confronti di Israele cresce l’odio totale”. Su La7

Il confronto tra il filosofo e il politologo americano che giustifica le azioni criminali di Israele su Gaza
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Botta e risposta a Dimartedì (La7) tra il filosofo Massimo Cacciari e il politologo Edward Luttwak sui massacri israeliani a Gaza. L’esperto americano di geopolitica paragona la strategia del governo israeliano a quella degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale: “La guerra finì l’8 maggio 1945, nonostante Hitler fosse morto il 30 aprile. E finì perché i tedeschi si arresero. Hamas invece non si arrende, perché vuole la vittoria islamica in tutto il mondo. Quindi, finché Hamas non si arrende, la guerra continua. Se Hamas è interessata ai bambini, si deve arrendere”.

Cacciari commenta: “Bene, prepariamoci a Hiroshima, a Dresda, a Lipsia, a Norimberga, a centinaia di migliaia di morti civili. Cosa vuole che le dica? Se si ritiene che non sia possibile avviare, attraverso una mediazione internazionale o attraverso gli Usa, una soluzione di armistizio, prima, e una qualche soluzione per la formazione di uno Stato palestinese dopo, la guerra continuerà all’infinito. I palestinesi si riorganizzeranno altrove e una politica terroristica contro Israele si svilupperà in altre forme, perché, anche se cancelli un paese geograficamente, tu non puoi eliminare una nazione“.

Luttwak insiste, mentre Cacciari, contrariato, gesticola in modo eloquente: “Hamas rifiuta qualsiasi Stato palestinese e lotta per la vittoria globale dell’Islam. Loro se ne fregano dei bambini palestinesi per cui l’Italia ha tanto interesse”.
“Non è possibile assistere silenziosamente e con questi ragionamenti di pseudo-realpolitik alle stragi quotidiane di civili, di donne e bambini – ribatte il filosofo – In questo modo, non ci sarà mai un vincitore e un vinto, Luttwak sbaglia radicalmente. La sicurezza di Israele sarà sempre in discussione. Assalti efferati come quelli che ci sono stati continueranno a esserci. Anziché venire dalla Striscia di Gaza, verranno dal Libano o dalla Siria”.

Il filosofo conclude: “Ma Israele non si rende conto che la sua politica è contraria ai propri interessi strategici di sicurezza? Ma come si fa a non rendersene conto? Nei confronti di Israele sta crescendo l’odio, altro che antisemitismo generico. Odio, odio totale. Una volta che Israele non avesse più l’appoggio americano, che cosa succederebbe?”.

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