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Ultimo aggiornamento: 13:01 del 2 Maggio

Travaglio smonta i numeri di Meloni sul lavoro: “Se l’Italia che soffre si incazza, per lei cambia tutto”. Su La7

Mentre Meloni parla di miracolo occupazionale, Travaglio snocciola i numeri reali, tra record di povertà e stipendi da fame
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Giorgia Meloni dice che con il suo governo i salari reali crescono e che sono stati creati più di un milione di posti di lavoro? Il verbo ‘creare’ forse è un po’ eccessivo. In realtà, i nuovi occupati per l’84% sono over 50, quindi non sono stati creati, ma dipendono dai limiti che sono stati imposti all’età pensionabile“. Così, a Otto e mezzo (La7), il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, sconfessa i dati sciorinati dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni sull’occupazione, in un videomessaggio registrato in occasione del Primo maggio.

“Abbiamo un boom di inattivi, che è un record nella Ue, un calo delle ore lavorate, un boom della cassa integrazione – spiega Travaglio – E i salari purtroppo sono ancora dell’8% inferiori rispetto all’inizio del 2021, quando partì l’impennata dell’inflazione“.
E prosegue: “Il tasso italiano di occupazione è il più basso d’Europa. Abbiamo un record di povertà assoluta, il record negativo di occupazione femminile, il record di lavoratori dipendenti sotto la soglia di povertà, cioè non aumenta l’occupazione ma aumenta lo sfruttamento. Abbiamo un aumento dei morti sul lavoro, una produzione industriale che è piantata da 25 mesi consecutivi, – aggiunge – 100 miliardi di evasione fiscale all’anno, il Pil che è a zero virgola, investimenti quasi nulli. Meno male che c’è il Pnrr, che però con i ritardi stiamo perdendo. E, in più, abbiamo 5-6 milioni di lavoratori sotto i 12mila euro l’anno, 1 milione e 200mila lavoratori sotto i 9 euro lordi all’ora e 6,2 milioni di lavoratori senza il rinnovo di contratto”.

Il direttore del Fatto conclude: “Non tutto ciò dipende dalla Meloni, però, dato che è lei il presidente del Consiglio, è un esercizio molto temerario quello di dare sempre l’impressione di ignorare questa parte d’Italia che non viene mai conteggiata, perché quella parte d’Italia esiste. E loro devono soltanto sperare che non vada a votare, perché, se va a votare e si incazza, potrebbe cambiare le cose”.

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