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Kiev: “Tregua russa di tre giorni? Ne servono 30”. Lavrov: “Noi trattiamo senza precondizioni, voi le imponete”

Il vicepremier Chernyshov ha criticato la breve sospensione delle operazioni militari per il 9 maggio. Dura la replica del ministro degli Esteri russo
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Dopo la proposta di cessate il fuoco lanciata da Putin, dall’8 al 10 maggio, il Cremlino attende una risposta ufficiale da Kiev per capire se le forze ucraine sospenderanno i combattimenti o meno. “È stato il presidente Putin a mostrare un gesto di buona volontà e ieri ha annunciato che un cessate il fuoco temporaneo in occasione del Giorno della Vittoria. Non abbiamo ricevuto alcuna reazione dal regime di Kiev. Ed è difficile capire se il regime di Kiev intenda aderirvi o meno”, ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Quest’ultimo ha definito la mancata risposta “più che una manipolazione“. Ma proprio dal governo ucraino arriva la replica del vicepremier Oleksiy Chernyshov: “Se la Russia vuole davvero la pace, ordini una tregua immediata. Perché aspettare l’8 maggio se si può sospendere subito la guerra e per un periodo di trenta giorni? Questa sì che sarebbe una tregua vera e non una semplice pausa per una parata. Noi siamo pronti a impegnarci in un cessate il fuoco totale per almeno un mese“. A rispondergli indirettamente è il ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov: l’offerta di Putin è da considerarsi “un avvio di negoziati diretti senza precondizioni“. Al contrario, ha aggiunto, “una precondizione” è la proposta ucraina di una tregua di almeno 30 giorni.

“Impossibile” il cessate il fuoco di 30 giorni – L’attacco di Peskov fa riferimento alle parole del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ieri aveva descritto come una “manipolazione” l’iniziativa di Putin per un cessate il fuoco. Il presidente ucraino aveva proposto invece una pausa di 30 giorni. Impossibile, secondo Peskov: “Se parliamo di una tregua così a lungo termine, allora le sfumature di cui ha parlato il presidente Putin al Cremlino sono importanti. Senza una risposta a quelle domande, è difficile arrivare a una tregua così duratura”, ha detto il portavoce. “Il primo passo è avviare il processo di negoziazione, tutto il resto è secondario”, ha concluso il rappresentante del Cremlino.

Cina sostiene la proposta di Mosca, l’Italia con Zelensky – “Sosteniamo tutti gli sforzi destinati ad arrivare alla pace”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Guo Jiakun, dopo l’annuncio del leader russo Vladimir Putin per una tregua di tre giorni, dall’8 al 10 maggio. La diplomazia cinese ribadisce l’auspicio che “le parti interessate risolvano la crisi tramite il dialogo e i negoziati”.

Una tregua di tre giorni non significa nulla. O si arriva a un cessato il fuoco, o una tregua di 72 ore che poi viene violata in 200 casi non ha significato. Non può essere questa la risposta che la Russia dà alla proposta americana”. Lo afferma il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del Congresso del Partito popolare europeo, in corso a Valencia.

La proposta statunitense “va in tutt’altra direzione”, continua Tajani, riferendosi alla richiesta del presidente Donald Trump di un cessate il fuoco permanente. “Noi la sosteniamo. Dobbiamo arrivare a un cessato di fuoco perché poi Volodymyr Zelensky e Putin possano mettersi seduti attorno al tavolo per raggiungere un obiettivo più ambizioso, che è quello della pace”.

Giorgia Meloni è sulla stessa linea della farnesina: “Ribadiamo l’appello a un cessato del fuoco immediato e incondizionato che duri tutto il tempo necessario ad avviare un serio percorso e reali trattative di pace”, ha dichiarato la premier al termine del vertice con il presidente turco Erdogan, a proposito del conflitto tra Russia e Ucraina. Sulla tregua di tre giorni, in coincidenza della commemorazione russa per la vittoria della Seconda Guerra Mondiale, la leader FdI aggiungge: “è un’iniziativa della quale prendiamo atto” ma è “tutt’altra cosa rispetto a quello che è necessario”.

La premier auspica una “svolta” dopo il faccia a faccia tra i due presidenti: “L’Italia ribadisce il pieno sostegno agli sforzi del presidente Trump per arrivare a una pace giusta e duratura in Ucraina“, e “penso che l’incontro a San Pietro fra il presidente degli Stati Uniti e quello ucraino abbia avuto un significato enorme. Nutriamo tutti la speranza che possa rappresentare un punto di svolta”, ha dichiarato la premier in conferenza stampa assieme al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, dopo il vertice intergovernativo Italia-Turchia.

Anche l’Ue boccia la sospensione di tre giorni ai combattimenti – “La nostra posizione su questo è molto chiara. La Russia potrebbe fermare le uccisioni e i bombardamenti in qualsiasi momento. Quindi non c’è assolutamente bisogno di aspettare fino all’8 maggio. Potrebbero farlo, proprio ora, oggi stesso”, ha dichiarato la portavoce della Commissione europea Anitta Hipper. Che ha ssggiunto: “Da parte nostra, continuiamo a sostenere l’Ucraina, per una pace lunga, giusta e completa”.

Zelensky contro Lula – Il presidente ucraino ha rifiutato una conversazione telefonica con il suo omologo Luiz Inacio Lula da Silva. Il leader brasiliano si prepara al viaggio a Mosca, dove il 9 maggio parteciperà con Putin alle celebrazioni per l’80mo anniversario della vittoria contro la Germania nazista nella Seconda guerra mondiale.

“È un peccato che il governo Lula abbia scelto questa strada strana, ignorando completamente l’Ucraina, disprezzando apertamente Zelensky e poi, all’improvviso, cercando di ottenere da Kiev un alibi e una scusa per andare a Mosca a sostenere apertamente Putin in una terribile parata militare, mascherando questa intenzione sotto il pretesto di ‘mediazione di pacè”, ha detto un’alta fonte del governo ucraino al sito di Cnn Brasil.

Ancora bombe e droni – Una bambina di 12 anni è stata uccisa in un attacco russo con drone nella regione di Dnipropetrovsk, in Ucraina, secondo quanto dichiarato sui social da Serhiy Lysak, capo dell’amministrazione militare regionale. Sette droni sono stati intercettati, ma l’attacco contro un edificio residenziale è costato la vita alla bambina nell’oblast di Hubynykha, nel distretto di Samar, dove un’altra bambina di 6 anni,e due adulti sono rimasti leggermente feriti.

Nel corso dell’attacco sono state distrutte un’abitazione privata e una dependance. Ingenti danni a un’altra casa e a un garage. Dei bambini intrappolati sono rimasti intrappolati sotto le macerie: gli abitanti sono riusciti a estrarre una bimba, mentre l’altra è morta per le ferite riportate durante il trasporto in ospedale. I genitori hanno riportato ferite, ma hanno rifiutato il ricovero.

Nella comunità di Sloviansk, nel distretto di Synelnykove, un attacco con drone ha causato un incendio in un’azienda agricola. L’esercito russo ha anche lanciato una bomba aerea guidata contro la comunità di Velykomykhaylivka, sempre nel distretto di Synelnykove. L’entità dei danni è attualmente in fase di accertamento.
Nel distretto di Nikopol, bombardamenti di artiglieria e attacchi con droni hanno preso di mira Nikopol, le comunità di Marhanets e Pokrovsk. Una donna di 47 anni è rimasta ferita nell’attacco, che ha causato anche danni alle infrastrutture, tra cui due abitazioni private e una linea elettrica.

L’incontro Zelensky-Parolin, il post su X dell’ambasciatore – Intanto, la diplomazia della Santa Sede è ancora al lavoro, dopo l’incontro romano tra Zelensky e il segretario di Stato Pietro Parolin. L’ambasciatore dell’Ucraina presso la Santa Sede ha sottolineato su X il risultato del colloquio: “Incontro con parole di disponibilità alla reciproca collaborazione”, ha scritto su X Andrii Yurash. Il diplomatico è andato oltre: “Le relazioni tra i due Stati non si limitano alla comprensione reciproca, ma si fondano anche sulla cooperazione strategica”.

Yurash ha pubblicato alcune foto dell’incontro tenutosi a Roma in occasione dei funerali di Papa Francesco. Zelensky ha incontrato, oltre a Parolin, anche il presidente della Cei Matteo Zuppi. Entrambi, in passato, erano stati mandati da Papa Francesco in missione a Kiev e l’arcivescovo di Bologna anche a Mosca. Al termine degli incontri con Parolin e Zuppi, Zelensky si era detto “grato per il sostegno al diritto all’autodifesa dell’Ucraina e anche al principio secondo cui le condizioni di pace non possono essere imposte al paese vittima”.

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