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L’aggressione fascista a Sestri Ponente “è inventata”: sindacalista genovese indagato per simulazione di reato

Già 48 ore dopo la denuncia, l'uomo si era recato dagli investigatori perché nel suo racconto erano emerse diverse incongruenze
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Era tutta un’invenzione l’aggressione fascista” a Sestri Ponente denunciata il 15 aprile scorso dal segretario genovese della Fillea Cgil, Fabiano Mura. Un racconto frutto esclusivamente della sua fantasia, da quanto si apprende, e che adesso rischia di costargli caro. La Procura di Genova ha infatti aperto un fascicolo che lo vede indagato con l’accusa di simulazione di reato.

A riportare la notizia è il Secolo XIX che due giorni dopo il presunto raid aveva scritto anche della decisione dell’uomo di ritirare la denuncia, spiegando che “il sindacalista ha ammesso davanti al magistrato di aver inventato l’episodio“. “È entrato in Procura come persona informata sui fatti, quando è uscito il suo nome era stato iscritto nel registro degli indagati – scrive il quotidiano – Il capo di imputazione di simulazione di reato gli è stato contestato dal sostituto procuratore Federico Manotti“.

Già 48 ore dopo lo scoppio del caso erano emerse le prime incongruenze che avevano convinto Mura a ripresentarsi di fronte a pm e Digos per ritirare la denuncia. “Si è sentito troppa pressione addosso”, avevano fatto sapere dal sindacato in una nota precisando però che l’iscritto “ha confermato i fatti”. Le cose, poi, sono andate diversamente. Anche perché nella zona erano presenti telecamere che hanno smentito la versione del sindacalista. Oltre al fatto che sul luogo non sono stati ritrovati volantini o adesivi sui referendum per il lavoro e la cittadinanza che lui ha raccontato di aver attaccato a un’auto e che sarebbero stati il movente dell’aggressione.

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