Iran, forte esplosione nel porto di Shahid Rajaee: è uno dei principali del paese. “Almeno 8 morti e 750 feriti”

Una forte esplosione ha devastato parte del porto di Shahid Rajaee nella città di Bandar Abbas, nel sud dell’Iran, uno degli scali marittimi più importanti del paese. “La causa è ancora sconosciuta”, ha dichiarato il direttore generale della gestione delle crisi della provincia di Hormozgan, dove sorge il porto. La tv di Stato di Teheran ha riferito che la deflagrazione ha causato almeno 8 vittime, 750 persone sono rimaste ferite. Israele ha affermato di non essere coinvolto nell’accaduto.
La violenta esplosione è avvenuta in un serbatoio di carburante per cause ancora sconosciute e le squadre di pronto intervento sono state immediatamente inviate sul posto. Secondo Al Mayadeen, la portavoce del governo Fatemeh Mohajerani ha affermato che ci vorrà del tempo per giungere alle conclusioni definitive sulle cause dell’accaduto, ma i primi riscontri suggeriscono che a esplodere siano stati alcuni container immagazzinati in un’area del porto contenenti probabilmente sostanze chimiche. Un’agenzia di stampa iraniana, Fars News Agency, ha riferito che l’incidente è iniziato con un incendio nei pressi dei terminal container gestiti dalla Sina Shipping Company, che si è rapidamente trasformato in una massiccia esplosione.
La National Iranian Oil Refining and Distribution Company (NIORDC) ha dichiarato che “l’esplosione non ha avuto alcun collegamento con le raffinerie, i serbatoi di carburante o gli oleodotti di proprietà di questa società nella zona” e che “le operazioni presso gli impianti di Bandar Abbas proseguono senza interruzioni”.
Lo scalo di Shahid Rajaee si trova sullo Stretto di Hormuz e la città di Bandar Abbas è sede di una base militare dei Guardiani della rivoluzione. Il 14 febbraio Iran International riferiva che una nave cargo iraniana proveniente dalla Cina aveva attraccato nello scalo con un carico di diverse tonnellate di perclorato di sodio, sostanza chimica utilizzata nella produzione di carburante per missili. Il Financial Times il 22 gennaio aveva dato la notizia della partenza di due navi cargo dalla Cina con un carico totale di 1.100 tonnellate di perclorato di sodio, una quantità con la quale è possibile produrre “960 tonnellate di perclorato di ammonio”, a sua volta necessario per creare “1.300 tonnellate di propellente, sufficienti ad alimentare 260 missili iraniani a medio raggio come il KheibarShekan o l’Haj Qassem”.
L’esplosione è avvenuta nelle stesse ore in cui in Oman l’Iran e gli Stati Uniti erano impegnati nel terzo round di colloqui sul nucleare iraniano. “Le trattative proseguiranno la prossima settimana con un ulteriore incontro ad alto livello provvisoriamente previsto per il 3 maggio”, ha scritto il mediatore ministro degli Esteri di Muscat Badr Albusaidi su X, aggiungendo che negli incontri di oggi “i principi fondamentali, gli obiettivi e le questioni tecniche sono stati tutti affrontati”. I colloqui con l’Iran sono stati “positivi e costruttivi“, ha riferito un funzionario americano. “Ci sono differenze sia nelle questioni principali che nei dettagli”, ha commentato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, aggiungendo che “questa volta i negoziati sono stati molto più seri che in precedenza”.