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Iginio Massari difende Carlo Cracco: “Quando non avevo soldi mangiavo un panino, non andavo a protestare. Mettevo i collier per le amanti nelle uova di Pasqua”

Il re della pasticceria italiana, 82 anni, ospite di Del Debbio spazia dalla geopolitica alle proteste ambientaliste, dai ricordi pasquali alla mancanza di personale

di F. Q.
Iginio Massari difende Carlo Cracco: “Quando non avevo soldi mangiavo un panino, non andavo a protestare. Mettevo i collier per le amanti nelle uova di Pasqua”

Dalle Chiacchiere di Carnevale alle Colombe pasquali, passando per la geopolitica e le proteste ambientaliste. Iginio Massari, maestro indiscusso della pasticceria italiana, non si smentisce mai e, ospite di Paolo Del Debbio a “Dritto e Rovescio” su Rete4, regala un’intervista a tutto campo, dispensando aneddoti, opinioni taglienti e riflessioni sulla società contemporanea.

La difesa di Carlo Cracco
Stimolato dal conduttore sulla recente manifestazione di Ultima Generazione nel ristorante di Carlo Cracco in Galleria a Milano, Massari non usa mezzi termini e difende l’imprenditore (e il concetto di lusso): “Siamo un Paese vario e uno avariato, dipende dalla scelta che uno fa. Il lusso esiste ma il lusso viene condiviso: se uno ha uno yacht da 50 milioni di euro, nell’acquistarlo ha favorito tutta l’economia che c’è dietro la realizzazione della nave, architetti, progettisti, meccanici, falegnami. Quindi la ricchezza viene condivisa con un sacco di gente. Nel caso di Cracco, lui non ha 4 cuochi per 50 coperti, ma 50 cuochi per 50 coperti“. Massari non condivide l’approccio degli attivisti: “Io quando non avevo soldi, mangiavo un panino. Non ho mai protestato perché ero conscio delle mie condizioni. Non so se è un Paese vario o avariato, c’è gente di tutti i pensieri, io li rispetto tutti basta che non mi pestano i calli perché mi fanno male”.

Uova di Pasqua, dazi e cambiamento climatico
Inevitabile un commento sulla situazione economica, tra i timori per i dazi Usa e i rincari delle materie prime. “Il dazio porta a un aumento ingiustificato dei prezzi rispetto al reale valore del prodotto. Si sentirà un certo contraccolpo per questa decisione”, ammette Massari. Ma per quanto riguarda i dolci pasquali, il problema principale, secondo il maestro, è un altro: “Ma per quello che riguarda le uova di Pasqua è che il cambiamento climatico ha bloccato la produzione. C’è una produzione limitatissima, tanto nel cioccolato quanto nel caffè, quindi prima o dopo certi aumenti dei prezzi ci saranno”. Una stoccata ai mercati che, però, Massari ha deciso di non far pagare ai clienti quest’anno: “Noi quest’anno abbiamo assorbito gli aumenti, per la nostra volontà di non alzare il prezzo di questo prodotto”. A questo si aggiunge un problema strutturale italiano: la carenza di manodopera qualificata. “Siamo sotto la quantità di lavoratori di cui avremmo bisogno. Ci manca personale e così certe produzioni non possiamo farle”, aggiunge con rammarico.

Retroscena pasquali
Spazio poi agli aneddoti: il pasticcere ricorda con nostalgia i tempi d’oro delle sorprese pasquali: “L’attesa è il momento più bello per i bambini e per gli adulti. Anche perché, prima del Covid, nell’uovo di Pasqua i genitori mettevano le chiavi dell’automobile, e dicevano ai figli la concessionaria dove andare a ritirare l’auto. Oppure mettevano dei collier o dei brillanti, di solito non li regalavano alla moglie ma all’amante“. E per quanto riguarda le sue preferenze pasquali? Nessun dubbio amletico tra uovo e colomba: “Li mangio tutte e due: la colomba è sacra”. La sua Pasqua? “Pranziamo verso le 14 dopo aver chiuso il negozio. E dopo aver mangiato, torniamo a casa e dormiamo”.

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