Il mondo FQ

Liliana Resinovich, “indagato il marito Sebastiano Visintin. Casa perquisita per 7 ore”. Rivelazione di “Quarto Grado”

L'atto della Procura dopo l'esito della perizia che ha cancellato l'ipotesi del suicidio e spiegato nel dettaglio quella dell'omicidio. Nei giorni scorsi il fratello della vittima era tornato ad attaccare il cognato
Commenti

La notizia che si attendeva da giorni l’ha diffusa per prima la trasmissione televisiva di Retequattro Quarto grado: Sebastiano Visintin è stato iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta per la morte di Liliana Resinovich, sua moglie. Un atto dovuto si potrebbe dire, un passaggio giudiziario scontato visto che l’esito della perizia medico-legale incaricata dalla Procura di Trieste all’anatomopatologa Cristiana Cattaneo ed a Vanin, Tambuzzi e Leone, ha definitivamente cancellato l’ipotesi del suicidio spiegando nel dettaglio di oltre duecento pagine che Lilly, invece, è stata uccisa. Non solo, precisando anche che “in via di elevata probabilità” la sessantatreenne è morta “nella mattinata del 14 dicembre 2021 entro quattro ore dalla colazione”. Cioè la mattina stessa in cui è scomparsa, prima che il suo corpo venisse trovato nel boschetto di San Giovanni il 5 gennaio successivo, con la testa in due sacchetti per alimenti chiusi da un laccetto attorno al collo e il corpo in due grandi sacchi neri di quelli utilizzati per i rifiuti solidi, uno infilato dall’alto e uno dal basso. La fascia oraria indicata dalla perizia è facilmente individuabile, visto che Liliana aveva fatto colazione intorno alle 8/8.30. La donna era poi stata vista l’ultima volta alle 8.50, ripresa dalla videocamera di un autobus, mentre attraversa piazzale Gioberti, vicino a casa. Sempre secondo la trasmissione televisiva, martedì scorso gli inquirenti avrebbero effettuato una perquisizione nella sua abitazione, durata ben 7 ore, e non sarebbero usciti di casa a mani vuote.

Proprio pochi giorni fa per l’ennesima volta ma la prima dopo l’esito della perizia della Cattaneo, Sergio Resinovich, fratello della vittima, aveva chiesto che la magistratura indagasse su Visintin, accusandolo di un coinvolgimento nella morte di Liliana. Ed era stato particolarmente circostanziato nelle sue accuse, indicando anche “familiari e persone che gli sono vicini”, in particolare “il figlio, sua moglie e la cerchia dei loro amici”. Aveva anche indicato un movente, parlando di femminicidio a sfondo economico con, in più, una volontà di “controllo”. Già due anni fa Sergio aveva depositato in procura un atto in cui faceva la stessa richiesta. Ed infine un dettaglio: “Solo lui aveva convenienza a far trovare il corpo perché così entrava in possesso dell’eredità, di cui un terzo è stato dato a me, e rientrava anche nella reversibilità della pensione“. La svolta nel caso si è avuta quando il gip del tribunale di Trieste, Luigi Dainotti, smontò la richiesta di archiviazione della procura disponendo una serie di nuove indagini e chiedendo di indagare per omicidio.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione