Giovedì 3 marzo, a Milano, Naike Rivelli ha fatto tremare il mondo della moda. Naike Rivelli, attrice e cantante, ha impugnato una “testa di pecora insanguinata” davanti al Duomo, accompagnata da un cartello con la scritta provocatoria: “Ecco il resto della tua maglia di lana”. La performance fa parte di una campagna della PETA in vista del Woolmark Prize, il premio dedicato alla lana che si tiene proprio in questi giorni nel capoluogo lombardo.
Il messaggio della PETA è chiaro e diretto: la lana non è un materiale privo di sofferenza. Come spiegato da Patrizia Re, consulente aziendale della PETA, “nell’industria della lana, le pecore terrorizzate vengono immobilizzate e tosate in modo aggressivo, spesso ferite e lacerate durante il processo”.
La scelta di scrivere a Versace si ricollega alla presa di posizione che la stessa Donatella Versace aveva ufficializzato nel 2018: “Ne sono fuori”. “Ora la esortiamo a estendere la stessa compassione alle pecore e agli agnelli gentili che vengono sfruttati, maltrattati e uccisi per l’industria della moda promuovendo invece l’uso di lana vegetale, lussuosa e cruelty free”, scrive PETA.
Sul suo profilo Instagram invece, Naike Rivelli ha scritto: “Oggi ho partecipato al flashmob di @petauk in Piazza Duomo, nel giorno della presentazione dell’International Woolmark Prize che si svolge qui a Milano, per ricordare alle persone che la lana è un prodotto di crudeltà. Durante la tosatura, le pecore vengono maneggiate in modo aggressivo, spesso ferite e lacerate durante il procedimento. Tutto questo per un maglione. Quando cessano di essere redditizie perché non producono più abbastanza lana, vengono trasportate al macello, spesso costrette ad affrontare viaggi lunghissimi ed estenuanti”.
“La compassione è l’abito migliore che ciascuno di noi possa indossare. Per favore, lascia la lana fuori dal tuo guardaroba”, ha concluso l’attrice.