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Fermato il presunto assassino di Sara Campanella, uccisa a coltellate in strada a Messina

Il giovane fermato, Stefano Argentino, è un compagno di università della 22enne. I carabinieri lo hanno scovato nella notte dopo ore di ricerche
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È stato trovato e fermato dai militari il presunto assassino di Sara Campanella, la 22enne uccisa a coltellate ieri a Messina a due passi dal vecchio stadio, davanti a decine di persone. Si chiama Stefano Argentino, è un 27enne di Avola, compagno di università della studentessa: entrambi frequentavano il corso di laurea in Tecniche di laboratorio biomedico. Il decreto di fermo emesso dalla Procura è stato eseguito nella notte dai Carabinieri del Comando provinciale di Messina, guidati dal comandante Lucio Arcidiacono (lo stesso che ha catturato Matteo Messina Denaro). Il ragazzo è stato scovato nella notte fuori Messina, a Noto, nel bed and breakfast di proprietà della madre, dopo ore in cui i militari hanno passato al setaccio la città.

Maria Concetta Zaccaria, mamma di Sara, dopo la notizia dell’assassinio di sua figlia, è partita da Villabate, alle porte di Palermo, ed è arrivata a Messina poco dopo le 22 di lunedì sera. Più di un’ora dopo è arrivato il marito, Alessandro Campanella, che si trovava fuori Palermo perché lavora in una ditta di autotrasporti di gasolio. Entrambi sono entrati nell’obitorio dove giace ormai morta la figlia di 22 anni, entrambi scortati dai carabinieri che hanno sorretto dalle braccia la donna. “Amore della mamma, amore mio, non è vero, non è vero”, le grida della madre di Sara Campanella di fronte all’obitorio del Policlinico di Messina.

“Bastardo, bastardo: l’hanno preso?”, ha gridato invece Nino Romano, un amico stretto di famiglia, mentre abbracciava il padre, appena arrivato al Policlinico. Il figlio Lorenzo Romano è il migliore amico del fratello di Sara: “Claudio è più grande di Sara di 4 anni e studia Economia a Napoli. Sono incredulo, tutto il pomeriggio ho provato a chiamare Sara, non potevo credere che fosse lei, siamo cresciuti assieme. Siamo troppo sconvolti. Di questo ragazzo non sappiamo nulla, non sapevamo di questa storia“.

“Non erano mai stati fidanzati, non diffondete notizie false”, sottolinea lo zio di Sara, fratello del padre. “Era lui a volere lei, ma lei lo rifiutava”, confermano anche i colleghi della vittima. Aggiungendo: “Lui un tipo molto silenzioso. Da mesi le mandava messaggi, telefonate, la perseguitava”. Stefano Argentino, scovato solo a notte inoltrata, è l’unico sospettato. Potrebbe essere lui ad aver seguito Sara tutto il giorno fino ad afferrarla da dietro e sferrarle una coltellata al collo. Un taglio verticale e profondo. È successo in pieno giorno, nei pressi del vecchio campo da calcio di Messina, il Celeste.

Per strada, poco dopo l’uscita dal policlinico dove la ragazza studiava scienze infermieristiche, davanti a una ventina di persone che passavano da lì, perfino un autobus pubblico che si è fermato. “Eravamo tutti lì, una di noi ha cercato di soccorrerla ma il taglio era troppo profondo. Un altro ha rincorso lui ma non è riuscito a raggiungerlo”, racconta uno dei colleghi di Sara. Sono andati tutti al pronto soccorso dove la ragazza è stata portata d’urgenza, ma non c’è stato nulla da fare.

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