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Askatasuna, 18 condanne per i militanti del centro sociale. Ma cade l’accusa di associazione per delinquere

Nel processo erano imputati 28 attivisti del centro sociale Askatasuna per una quindicina di azioni contro i cantieri del Tav in Valsusa e durante manifestazioni a Torino avvenute fra il 2019 e il 2021
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Il processo di primo grado ai militanti del centro sociale Askatasuna di Torino si è concluso con 18 condanne. I giudici hanno però assolto gli imputati dall’accusa di associazione per delinquere “perché il fatto non sussiste“. Alla lettura della sentenza in aula sono partiti i cori e gli applausi delle persone presenti, mentre all’esterno del tribunale gli attivisti hanno festeggiato. “Siamo una associazione a resistere”, la frase urlata al megafono dagli attivisti.

Le pene inflitte dai giudici variano dai 4 anni e 9 mesi ai 5 mesi di reclusione per singoli episodi, mentre la procura aveva chiesto condanne per un totale di 88 anni di carcere, per 72 capi di imputazione. Nel processo erano imputati 28 attivisti del centro sociale Askatasuna per una quindicina di azioni contro i cantieri del Tav in Valsusa (66 capi di imputazione su 72) e durante manifestazioni a Torino avvenute fra il 2019 e il 2021: a 16 di loro veniva contestata l’associazione a delinquere. All’uscita dal Palazzo di Giustizia di Torino gli attivisti sono stati accolti dai loro compagni con lunghi applausi e slogan. Il presidio, a cui hanno partecipato circa duecento persone, era iniziato in mattinata.

Per la procura di Torino all’interno di Askatasuna, un edificio di proprietà del Comune in corso Regina Margherita 47 (molto vicino al centro cittadino), si è creata una “associazione per delinquere” che da oltre un decennio coordina e dirige gli scontri di piazza in città e gli attacchi ai cantieri della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione in Valle di Susa. Gli imputati hanno negato le accuse e nel corso delle udienze numerosi testimoni in aula hanno difeso Askatasuna definendolo un polo di aggregazione culturale. E, alla fine, anche i giudici hanno deciso di far cadere l’accusa di associazione.

“Anche se siamo emotivamente un po’ provati, ci preme sottolineare che questa è soltanto una tappa della nostra battaglia, non solo come imputati, ma in generale come quella parte di Torino che da sempre lotta. Siamo sempre una forza, perché stiamo insieme, siamo una cosa collettiva e che oggi innanzitutto ricordiamo che ci sarà”. È il commento di Andrea Bonadonna, attivista No Tav e del centro sociale Askatasuna, imputato insieme agli altri militanti. “Il teorema è crollato ed era un teorema che non stava in piedi, perché chi lotta ogni giorno per il bene di altre persone, per il bene della propria città, per il bene del proprio quartiere, del proprio paese, non può essere equiparato a un delinquente”, ha concluso Bonadonna.

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