Sembra proprio che la via per i fratelli Lyle e Erik Menéndez sia segnata. Il procuratore distrettuale di Los Angeles, Nathan Hochman, non crede che i due fratelli – condannati all’ergastolo nel 1996 per aver ucciso a fucilate i propri genitori nell’agosto del 1989 – siano pronti per lasciare il carcere.
“Prima dobbiamo essere sicuri che abbiano riconosciuto appieno il proprio reato. – ha affermato alla stampa – Su questo punto non ci siamo proprio perché i due non hanno mai dichiarato di aver agito a sangue freddo. Da più di 30 anni, anzi, insistono nel dire di aver agito per legittima difesa e tutte le prove evidenziano che questa è una menzogna”. E ancora: “Finché non sarò informato di una loro inequivocabile, sincera e piena ammissione dell’atto compiuto non posso ammettere nessun procedimento per rivedere il processo“.
L’udienza per decidere se il caso andrà riaperto è fissata per il 20 e 21 marzo. Ai due fratelli resta la speranza che arrivi la grazia da Sacramento: il governatore della California, il Democratico Gavin Newsom, potrebbe decidere che i due uomini non costituiscono più un pericolo per la società e che quindi possono lasciare il carcere.
Il caso è tornato al centro dell’attenzione con la popolare serie Netflix con Javier Bardem e Chloë Sevigny a interpretare i due coniugi. La difesa ha sempre sostenuto che i due fratelli, all’epoca di 21 e 18 anni, avessero sparato ai genitori nel salotto della villa familiare a Beverly Hills perché avevano paura che il padre e la madre li stessero per uccidere per primi, dopo averli sottoposti a violenze fin dall’infanzia.
L’ex procuratore distrettuale Gascón, nei mesi scorsi, aveva avviato il processo per riesaminare il caso alla luce di nuove prove sugli abusi a cui il padre José Menéndez sottoponeva i figli. Anche zii e cugini dei due condannati hanno chiesto che venisse rivista la sentenza che li condannò per omicidio premeditato all’ergastolo senza possibilità di sconti. Alla fine del 2024 i due sembravano a un passo dalla libertà.
Ma in novembre Gascón ha perso le elezioni e il nuovo capo della procura di Los Angeles, Hochman, non ha nemmeno considerato l’ammissibilità di queste prove.