Nessuna fuga di gas e un pacemaker che smette di funzionare il 17 febbraio. Cominciano ad esserci alcuni punti fermi sulla “sospetta” morte del 95enne Gene Hackman e della 63enne moglie Betsy Arakawa. Nell’ultima conferenza stampa dello sceriffo della contea di Santa Fe è stato confermato che i due coniugi e uno dei loro tre pastori tedeschi non sono morti per una fuga di monossido di carbonio. Il test effettuato sui loro corpi sono infatti risultati negativi. Altro dato certo è che il pacemaker del celebre premio Oscar ha registrato un ultima funzione il 17 febbraio e poi si è spento. Insomma, oggi si presume che Hackman sia morto il 17 febbraio, mentre il ritrovamento del suo cadavere, come quello della moglie e del cane, in evidente stato di decomposizione nel loro villone di Santa Fe, è avvenuto casualmente da parte di un addetto alla manutenzione della casa nel pomeriggio del 26 febbraio, nove giorni dopo.
Mancano ancora i risultati sui rapporti finali tossicologici e sull’autopsia generale sui corpi. Per questo pare ci vorranno, a detta delle autorità, “tra uno e tre mesi e mezzo”. Altra certezza è che apparentemente i due corpi non rivelano alcun trauma esterno. Nelle loro indagini le autorità hanno raccolto come prove i due cellulari di marito e moglie, due flaconi di farmaci, un flacone di Tylenol da banco, cartelle cliniche e un’agenda cartacea del 2025. Hackman e Arakawa sono stati trovati morti, assieme ad uno dei loro tre pastori tedeschi, a un addetto alla manutenzione lì per un controllo di sicurezza.
Arakawa giaceva nel pavimento del bagno assieme al cane, mentre Hackman si trovava disteso nell’anticamera adiacente alla cucina. Una delle figlie di Hackman ha dichiarato che il padre era in ottime condizioni fisiche nonostante l’età avanzata. Anche se si sapeva da tempo che Hackman soffriva di demenza e che anche per questo motivo aveva cancellato da anni ogni sua apparizione pubblica.
