“Il nostro pensiero ora più che mai sarà rivolto alle persone che stanno vivendo questo cambiamento così importante nella propria vita e a chi li sta accompagnando passo dopo passo sostenendoli. Stiamo costruendo la Fondazione passo dopo passo, con l’obiettivo di diventare presto un punto di riferimento per chi ne ha bisogno”: queste le parole di Domenico, marito dell’amata architetta Paola Marella scomparsa lo scorso 21 settembre a 61 anni per un cancro al pancreas. Parla così, in un post su Instagram, della Fondazione Paola Marella che è “stata ufficialmente inserita nel registro delle Fondazioni”.
E il post di Domenico racconta anche come il volto di Real Time abbia affrontato i cambiamenti legati alla cura della malattia: “Nonostante noi la trovassimo bellissima con i capelli così corti, lei era fortemente legata alla sua immagine storica con i ciuffi bianchi, che tanto l’ha caratterizzata nel corso degli anni. Non è stato facile accettare questa “trasformazione”, ed è per questo che vogliamo condividere questi scatti con voi solo oggi”.
Un messaggio importante, quello di Domenico: “Chi attraversa questo percorso oltre a fare i conti con la malattia, deve anche trovare la forza di accettare i cambiamenti che subirà inevitabilmente il proprio corpo. Alcuni li vivranno con un pizzico di ironia e magari con il sorriso, per altri questi cambiamenti saranno fonte di fragilità e insicurezza. Non c’è un modo giusto o sbagliato; c’è chi con una parrucca ritroverà se stesso e chi vorrà mostrarsi esattamente così com’è in quel momento. C’è chi è pronto ad affrontare domande e sguardi indagatori, e chi invece vuole elaborare e vivere quel momento nel suo piccolo. Non sentitevi mai giudicati o sbagliati per le scelte che farete durante questi momenti”. Poi il racconto sulla scelta di Marella, che aveva deciso di mettere una parrucca finché i capelli non sono diventati della lunghezza che si vede in foto: “In molti le ripetevano spesso che stava meglio prima senza sapere cosa stesse vivendo e lei, pazientemente, rispondeva con quel pizzico di ironia che la rendeva unica».