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Papa, notte tranquilla: “Prescritto riposo assoluto”. Il nuovo bollettino medico in serata

Francesco, ricoverato da venerdì al Gemelli, al risveglio ha fatto colazione e si è dedicato alla lettura di alcuni quotidiani. Continuano le terapie
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Papa Francesco ha trascorso una notte tranquilla nel suo appartamento al decimo piano del Policlinico Gemelli, dove è ricoverato da venerdì per l’aggravarsi di una bronchite. Le sue condizioni di salute, come comunicato lunedì dalla Santa Sede, sono “complesse” a causa dell’infezione polimicrobica alle vie respiratori. Così, spiega ora la sala stampa vaticana, a Bergoglio è stato prescritto “riposo assoluto”. Martedì mattina – ha spiegato il portavoce del Vaticano Matteo Bruni – al risveglio ha fatto colazione e si è dedicato alla lettura di alcuni quotidiani, come fa regolarmente. Nuove informazioni mediche dovrebbero essere date nel tardo pomeriggio.

L’ultimo bollettino, lunedì sera, parlava di una situazione “stazionaria”. Insomma, nessuna novità rispetto all’apprensione destata dall’aggiornamento del mattino quando la Sala stampa vaticana aveva chiarito che la situazione del Papa era peggiorata non avendo risposto alla prima cura antibiotica. Come svelato da Il Fatto Quotidiano, il ricovero potrebbe durare almeno tre settimane per normalizzare una situazione che si è aggravata a causa del ritardo del ricovero. Il pontefice, insomma, avrebbe trascurato la bronchite che lo aveva limitato per una quindicina di giorni.

Intanto, a causa delle sue condizioni, è stata annullata l’udienza giubilare di sabato 22 e per la celebrazione della messa in occasione del Giubileo dei Diaconi, in programma per domenica 23 febbraio nella basilica di San Pietro, Francesco ha delegato monsignor Rino Fisichella. Pur ricoverato, comunque, il Papa continua a portare avanti i suoi compiti di governo della Chiesa. Nelle scorse ore ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Baie-Comeau, in Canada, presentata da monsignor Jean-Pierre Blais, menzionato nell’elenco degli aggressori sessuali depositato nell’ambito della class action contro l’arcidiocesi di Quebec.

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