Fabio Maria Damato ricomincia da Sanremo. Dopo mesi di silenzio e di profilo basso, l’ex “braccio destro e sinistro” di Chiara Ferragni – come lei stesso lo ha più volte definito – è ripartito professionalmente dal Festival. Ci sarebbe infatti lui dietro i look di Irama sul palco (e non solo) dell’Ariston. A cominciare dal cappotto firmato Balmain, un trench oversize strutturato in pelle (come i pantaloni) ed elmo metallico in mano, che il cantante ha sfoggiato ieri sera sul Green Carpet. Damato sarebbe infatti lo stylist del cantante, come ha rivelato nella sua newsletter Selvaggia Lucarelli.
Fabio Maria Damato è il nuovo stylist di Irama
La giornalista ha svelato che l’ex general manager di TBS Crew quest’anno ha “un piede dentro il Festival”, lì dove due anni fa aveva accompagnato passo dopo passo Chiara Ferragni, al fianco di Amadeus come co-conduttrice nella prima e nell’ultima serata. Durante le quali aveva sfoggiato abiti e look di Dior e Schiaparelli, ideati in collaborazione proprio con Damato. In due anni è successo di tutto, dal picco massimo di popolarità della Ferragni al Pandoro gate fino al divorzio della Ferragni sia da Fedez che da Damato. Il quale, scrive Lucarelli, torna in sordina a Sanremo “perché sa che la strada della ricostruzione reputazionale è dura anche per lui che non ha indossato tute grigie (anche perché, appunto, gira in canotta), ma di fatto quest’anno ha un piede dentro al Festival”.
La nuova società di Damato
Lui sui social non ha seminato tracce ma il post Ferragni di Damato è cominciato lavorativamente la scorsa estate, quando ha fondato la Brave srl, la società con cui si occupa di consulenza nel campo della moda, dello spettacolo e di marketing. Continua insomma a fare quello che ha fatto anche con la Ferragni, ossia studiare e curare l’immagine di una celebrity. Ma non è tutto, perché leggendo lo statuto della sua società si evince anche che la Brave punta alla gestione di marchi fashion e ancora dell’“acquisizione ed il trasferimento a qualsiasi titolo di diritti dell’immagine, del nome e/o pseudonimo di artisti, cantanti, interpreti, autori, indossatori, persone fisiche e giuridiche in genere, per gli usi consentiti dalla legge comprese la pubblicità, la promozione e qualsiasi altra forma di utilizzazione”. Ma non è tutto, perché tra le attività della società di Damato ci sono anche “l’ideazione, la realizzazione e la gestione di siti internet, la relativa fornitura di contenuti ed ogni attività di prestazione di servizi e consulenza connessi ad internet”.
Dal successo con la Ferragni all’addio dopo le inchieste
Il manager, nato a Barletta e laureato in Economia aziendale alla Bocconi, aveva cominciato come giornalista di moda ed era entrato nel gruppo di Ferragni nel 2017, scalandone i vertici fino a ricoprire ruoli cruciali come general manager di The Blonde Salad e Chiara Ferragni Collection. Con il “Pandoro gate” è “venuto giù tutto” e anche il rapporto tra la Ferragni e Damato si è lentamente sfibrato: sia quello personale che quello lavorativo, tanto che nel giugno del 2024 aveva ufficializzato le dimissioni da Fenice e TBS Crew. “Dopo attente e inevitabili riflessioni, ho deciso di dare le dimissioni (quindi no, non sono stato licenziato) dalle aziende con cui ho condiviso un percorso professionale incredibile, e per le quali negli anni ho dato tutto me sesso in termini di assoluta dedizione, idee, cuore e testa, sempre onorando i valori di onestà e correttezza che ci contraddistinguono”, aveva spiegato in un lungo comunicato Damato. Il quale scontata anche i pessimi rapporti con Fedez, che aveva fatto trapelare in più occasioni l’irritazione nei confronti del braccio destro dell’ex moglie.
