UNA NOTTE IRRIPETIBILE - 4/4
Direttore delle operazioni per la nottata fu un pazientissimo Quincy Jones, pronto a incastrare paletti e imporre divieti dove necessario e a smorzare con ironia i picchi di tensione. Gestire 45 artisti di grande fama fu il suo miracolo. Collante indispensabile per il progetto nella folla di primedonne, invece, fu Lionel Richie. Alla fine, la magia, il pop e la nobile causa del progetto catturarono tutte le star. Anche chi era un po’ più lontano dal genere come Springsteen, che arricchì il ritornello con la sua voce graffiante, e ancora di più un incerto Bob Dylan (come si vede nel documentario di Netflix “La notte che ha cambiato il pop”), non molto a proprio agio con le linee melodiche del brano. Aiutato da Stevie Wonder, però, il cantautore Nobel per la Letteratura registrò la sua parte perfettamente. Fu una notte unica, quella del 28 gennaio 1985. Irripetibile. Per tempi e organizzazione. E perché nella stessa stanza si riunì l’Olimpo della musica a stelle e strisce. “We Are The World” uscì il 7 marzo 1985 e, il primo weekend dopo la pubblicazione, superò il milione di copie vendute. Nel 1986 fece incetta di premi e vinse anche quattro Grammy, tra cui il premio di Registrazione dell’anno e di Canzone dell’anno.
40 ANNI DALL’INCISIONE
Oggi l’inno di USA for Africa compie 40 anni, primo anniversario senza Quincy Jones, tra i promotori del progetto e scomparso a 91 anni lo scorso 3 novembre. È trascorso parecchio tempo dalla registrazione, ma il messaggio del brano è più che mai attuale. Perché quel ‘noi’, ripetuto insistentemente in coro, è un messaggio intramontabile di empatia e solidarietà.