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“Mangio un chilo e mezzo di carne al giorno, dicono che sembro un maschio. I miei genitori non guardano le mie foto, si spaventano”: parla Paola Boschero, campionessa di culturismo

A parlare, in un'intervista al Corriere della Sera, è Paola Boschero, 58 anni, una donna che ha fatto del proprio corpo un tripudio di muscoli scolpiti con dedizione, disciplina e una dieta ferrea

di F. Q.
“Mangio un chilo e mezzo di carne al giorno, dicono che sembro un maschio. I miei genitori non guardano le mie foto, si spaventano”: parla Paola Boschero, campionessa di culturismo

“Quando sono sotto gara mangio un chilo e mezzo di carne magrissima al giorno, in cinque o sei pasti.” A parlare, in un’intervista al Corriere della Sera, è Paola Boschero, 58 anni, una donna che ha fatto del proprio corpo un tripudio di muscoli scolpiti con dedizione, disciplina e una dieta ferrea. Originaria di Dronero, nel cuore della provincia di Cuneo, Paola è una bodybuilder professionista che incarna la forza di volontà e la passione per un mondo, quello del culturismo, spesso frainteso e circondato da pregiudizi.

La sua non è solo una questione di muscoli e definizioni, ma una vera e propria filosofia di vita, una vocazione scoperta a soli 16 anni, quando, varcando la soglia di una palestra, rimase folgorata dalla sala pesi. “Mi piaceva da matti”, racconta oggi, con gli occhi che brillano al ricordo di quel colpo di fulmine. Un amore a prima vista che la spinse a convincere i suoi genitori a iscriverla, nonostante le loro perplessità: “Ancora oggi non guardano le mie foto, si spaventano”, confessa con un sorriso che cela un misto di tenerezza e caparbietà.

Dopo aver conquistato i campionati del Piemonte nel 1991, Paola si concesse una pausa, per poi tornare in pista nel 2005, spinta dal sostegno incondizionato del marito Alex. Da quel momento, non si è più fermata. Un impegno premiato dal raggiungimento di un traguardo straordinario: la Pro Card, conquistata a 52 anni, che le ha spalancato le porte del professionismo. “Una volta che sali sul palco di Olympia, poi puoi anche morire“, afferma con un misto di orgoglio e commozione, riferendosi alla competizione più prestigiosa al mondo nel campo del bodybuilding. Ma la strada del culturismo, soprattutto in Italia, è tutt’altro che semplice: “Qui nessuno paga, per gareggiare servono sponsor, e non è facile“, ammette Paola, che sogna di calcare i palcoscenici internazionali, magari in Costa Rica o in altre parti del mondo.

La preparazione per una gara richiede una dedizione totale, quasi monastica. Oltre alla carne, fondamentale per lo sviluppo muscolare, Paola segue una dieta rigorosa e un programma di allenamento serrato:”Mi serve un mese e mezzo per depurarmi”, spiega, descrivendo con naturalezza i sacrifici necessari per mantenere il suo fisico statuario. Eppure, questo stile di vita non le ha mai fatto rimpiangere nulla: “Mi piace vivere così. Vado in vacanza in un posto solo se lì vicino c’è una palestra. Non posso stare due o tre giorni senza allenarmi”. Le critiche? Non mancano, soprattutto quelle che mettono in discussione la sua femminilità: “Mi dicono che sembro un maschio. Ma loro non hanno muscoli, io sì. E ho sempre badato all’estetica”, ribatte con orgoglio, fiera di un corpo che considera un’opera d’arte in continua evoluzione, un’armoniosa sinfonia di muscoli e definizioni.

Oltre a competere ai massimi livelli, Paola si dedica con passione alla preparazione di giovani ragazze che sognano di intraprendere la carriera nel culturismo. Lavora come personal trainer, trasmettendo con entusiasmo la sua filosofia di vita: “Chi vuole cambiare il proprio corpo deve essere deciso, costante e disciplinato. Non basta allenarsi un’ora a settimana, serve impegno quotidiano”. E il sogno più grande? Tornare, ancora una volta, sul palco di Olympia: “Una volta lassù, puoi dire di aver raggiunto l’apice”, conclude Paola.

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