“Faccio un’intervista al giorno, vado in onda praticamente tutto l’anno, diciamo che tolti alcuni periodi in cui ce n’è qualcuno di meno, ne faccio circa 200 all’anno. 200 all’anno per 10 anni sono 2mila, io credo di averne fatte almeno 5/6mila. Pensa quando mi capita di intervistare per la 15esima volta la stessa persona, perché quello è il vero dramma”, scherza Linus parlando del recordman più intervistato: “Molti cantanti, Vasco, Ligabue, Jovanotti, tutti quelli un po’ stagionati anche Lorenzo ormai è un po’ stagionato”.
Il direttore di Radio Deejay è l’ospite della nuova puntata di “Casa Perfetta“, il podcast condotto da Gianluca Torre: “Io quando vado in bicicletta vado sempre in compagnia di un gruppo di amici, tranne quando sei in montagna che devi arrampicarti su una salita e hai la mente troppo concentrata, mediamente quando si è in 3 o 4 io dico per scherzo che conosco meglio il fondoschiena del mio amico che quello di mia moglie! Perché io ho sempre il naso fra le chiappe del mio amico Mario“, ha commentato Linus parlando della sua grande passione per la bici.
E il tema con Torre, volto di “Casa a prima vista”, non può che riguardare l’abitazione e la divisione degli spazi: “Mia moglie continua a suggerirmi di eliminare una parte della casa, la parte dei ragazzi [perché non vivono più in casa, ndr] ma io mi rifiuto. Io non voglio venderla, voglio tenermela; deve essere un retaggio di quando ero piccolo che non avevo la cameretta e dormivo in salotto, come spesso succedeva negli anni ’60 e ’70, questa mancanza io l’ho compensata allargandomi il più possibile”. Linus però si mostra favorevole alla divisione di coppia in camere separate: “Sto proponendo a mia moglie di dividerci noi, cioè lei si tiene una parte e io un’altra, come quelli che vivono in camere separate, io sono assolutamente favorevole a questo tipo di scelta ma ogni volta che lo dico mia moglie si mette a piangere perché dice che la voglio lasciare, ma non è così! Lei è molto romantica”.
Nel corso dell’intervista ricorda i suoi esordi: “Quando lavoravo per Radio International era una radio solo milanese, io mi ero costruito un piccolo circuito e registravo dei programmi per una radio di Monza, una di Cremona e un piccolo circuito radiofonico, per cui facevo una media di 5 ore al giorno con la cuffia in testa, uno sfinimento pazzesco. Queste cose le facevo in buona parte in casa mia, mi ero costruito un mobile fatto a forma di T dove la parte verticale era un rack con dentro cassette, amplificatore, sintonizzatore e sul tetto piatto di questo mobile c’era il mixer e due giradischi con il microfono ma sotto il giradischi di destra c’era la testa di mio fratello che dormiva, perché era in camera sua”. Proprio con il fratello Albertino la convivenza era turbolenta: “Lui si alzava tardi e io dovevo registrare delle ore e quindi c’era questa scena meravigliosa di me che parlo in cuffia con il tono da speaker e lui sotto che mi urla ‘basta, hai rotto i coxxxioni! E mia madre nel frattempo che passava con lo straccio per pulire il pavimento”.