C’è chi ha storto il naso, chi ha protestato. Ma c’è anche chi ha compreso la decisione del ministero del Turismo del Nepal di ritoccare al rialzo, nello specifico del 36%, le tariffe per chi vorrà scalare l’Everest. Le entrate sono fondamentali per il sostentamento della popolazione, ma anche della cura del territorio che è stata – come testimoniano le foto – funestato dall’incuria dei turisti che hanno lasciato per terra i rifiuti.
Narayan Prasad Regmi, direttore generale del Dipartimento del Turismo, ha affermato all’agenzia Reuters: “Sono state organizzate campagne di pulizia per raccogliere i rifiuti e sono state sistemate regolarmente le corde oltre all’adozione di altre misure di sicurezza”. Attività che comportano sicuramente un costo.
Così “per scalare il monte Everest, che raggiunge i 8.849 metri, costerà 15mila dollari. Per dieci anni abbiamo tenuto fisso il prezzo a 11mila euro. Le royalty non erano state riviste per molto tempo e noi le abbiamo aggiornate”.
Alcuni organizzatori comunque hanno affermato che l’aumento, di cui si parlava già l’anno scorso, difficilmente scoraggerà gli scalatori. Infatti ogni anno vengono rilasciati circa 300 permessi per l’Everest, per un totale di quasi un migliaio. “Ci aspettavamo questo aumento delle tariffe dei permessi”, ha affermato Lukas Furtenbach, organizzatore della spedizione Furtenbach Adventures con sede in Austria.
E poi ha aggiunto “è una decisione comprensibile la presa di posizione del del Governo nepalese. Sono certo che i fondi aggiuntivi saranno utilizzati in qualche modo per proteggere l’ambiente e migliorare la sicurezza sull’Everest”
