È di sicuro il membro meno celebre della famiglia Trump, anche perché, quando suo padre si insediò per la prima volta nella Casa Bianca, aveva solo 10 anni. Ora, invece, Barron, il figlio più giovane del neo-presidente degli Stati Uniti, di anni ne ha 18. E sembra già avere un futuro radioso nella politica e nella finanza. D’altronde è proprio il padre a tesserne le lodi: “È molto intelligente, è un grande ragazzo”. Il giovanissimo rampollo della casa presidenziale americana, infatti, pare abbia avuto un ruolo attivo nella campagna elettorale di suo padre. Ed è anche l’unico degli figli di Donald ad essere stato tenuto ben distante da quel cono di luce che, inevitabilmente, è costantemente puntato sulla famiglia Trump. Volere di mamma Melania, first lady americana, che ai tempi della prima presidenza di Trump scelse per il suo unico figlio un’infanzia senza paparazzi né stressanti obblighi istituzionali.
Ora, però, è diverso. Perché Barron ha 18 anni: ha concluso gli studi liceali ed è diventato un giovane uomo. E, quindi, può avere anche lui voce in capitolo nelle mosse e nelle strategie elettorali del papà. Il 18enne, infatti, ha cominciato quest’anno la Stern School of Business della New York University, una delle più prestigiose del Paese a stelle e strisce. Entrerà, molto probabilmente, nel mondo degli affari. Così come fece il padre alla sua età. Per questo motivo, Barron resterà a Manhattan, proseguirà gli studi e si creerà una carriera tutta sua. Chiaramente, ci sarà posto anche per lui nella Casa Bianca. Avrà, infatti, una camera, così che possa “venire a trovarci” quando desidera, racconta la madre in una recente intervista a Fox News. Ed è la stessa Melania ad incoraggiare suo figlio ad essere autonomo: “Qualunque cosa decide di fare, penso che, come genitori, abbiamo i nostri figli con noi fino a 18 o 19 anni. Li educhiamo, li guidiamo e poi diamo loro le ali per volare. Rispetto sempre i sì e i no di Barron, ciò che gli piace fare e dove vorrebbe essere”.
D’altronde, è stato proprio il neo-maggiorenne ad avere un ruolo chiave nel successo paterno durante la corsa presidenziale dei mesi precedenti all’Election Day. Ha fatto valere la sua gioventù e, quindi, la sua maggiore conoscenza del mondo giovanile. Chi, meglio di lui, poteva consigliare a Donald Trump di lanciarsi ad interviste e chiacchierate con youtuber, streamer e podcaster? Papà Donald ha ascoltato e ha accettato i consigli del figlio minore. Così, ad esempio, è stato il protagonista di una lunga chiacchierata con Joe Rogan. Si è costruito, in questo modo, un consenso tra i neo-elettori appena maggiorenni ed è stato lo stesso Rogan ad appoggiare dichiaratamente la sua candidatura. Qualche mese dopo, Trump è il 47esimo presidente degli Stati Uniti. Scelte, quindi, che ne hanno decretato la presidenza-bis: papà Donald è orgoglioso e si fida ciecamente del suo figlio più piccolo, quindi ne tesse le lodi anche pubblicamente: “Ha visto come vanno le cose, non ha bisogno di ascoltare tanto. È molto intelligente: è un grande ragazzo”, disse il presidente americano lo scorso maggio.
