Televisione

La Confessione di Peter Gomez stasera alle 20.15. Crepet e il “figliarcato”, Bartoletti su Maradona in Paradiso – LE ANTICIPAZIONI

Ospiti su Rai3 lo scrittore ed ex psichiatra che collaborò con Franco Basaglia e il decano dei giornalisti sportivi italiani per un racconto ricco di aneddoti anche sul mondo della musica

di F. Q.
La Confessione di Peter Gomez stasera alle 20.15. Crepet e il “figliarcato”, Bartoletti su Maradona in Paradiso – LE ANTICIPAZIONI

“La nostra generazione ha giustamente contestato quella dei nostri padri e madri, però non capisco perché siamo poi diventati servi dei nostri figli. È un passaggio illogico”. È Paolo Crepet a raccontare il cosiddetto “figliarcato” che ha colpito la sua generazione. Il 73enne ex psichiatra torinese è ospite, assieme al giornalista e conduttore tv Marino Bartoletti, della terza puntata de La Confessione, il programma condotto da Peter Gomez in onda su Rai 3 sabato 25 gennaio alle 20.15. E fitta di ricordi professionali e personali è stata la “confessione” del medico dalla doppia laurea in chirurgia e psichiatria che affiancò Franco Basaglia e si concentrò sullo studio dei suicidi tra i giovani. “Basaglia una volta mi disse che i manicomi puzzavano di urina”, ha ricordato Crepet a Gomez evocando l’ispiratore della legge 180 del 1978 che fece chiudere i manicomi. “Questa cosa, no, dell’incompatibilità tra persone. Era chiaro che bisognava aprire le porte di quella che allora chiamavamo ‘istituzione totale’. All’epoca erano 120mila italiani, tra donne e uomini, i rinchiusi nei manicomi. Era una città”.

Video thumbnail

Fu poi Maurizio Costanzo ad invitare nel suo salotto tv colui che schivando la carriera accademica, sarebbe poi diventato un importante e popolare divulgatore anche televisivo specializzato nell’analisi dei problemi psicologici e sociali. Il conduttore romano gli disse di “diversificare” i temi, altrimenti se avesse parlato solo di certi argomenti, come per l’appunto il suicidio, la gente si “sarebbe toccata”: “Mi disse: ‘lei può parlare di tante altre cose ed aveva ragione”. Crepet ha sfiorato la morte sia il 2 agosto 1980 quando si trovò su un autobus a venti metri dalla stazione di Bologna che esplose per una bomba fascista che provocò 85 morti e più di 200 feriti (“non so perché ma si capiva che nell’aria che stavamo respirando c’era del tritolo”), ma anche in altre occasioni tra cui l’incidente d’auto con la sua 500 decapottabile, che finì in un fosso: “Quella degenza sul letto mi insegnò ad avere l’occhio di chi su quel letto è sdraiato. Di fargli così (Crepet allunga il braccio come per toccare un braccio di un immaginario paziente su un letto, ndr) e dirgli ‘dai che ce la fai!”.

Lo scrittore, in libreria con l’autobiografia Cosa porti con te (Solferino), testo che l’autore sta portando anche in giro per teatri sempre sold out, ha anche discettato di tematiche calde come quella del patriarcato (“esiste dagli anni in cui esiste la religione, ma oggi non è più la stessa cosa e sarebbe brutto e poco riconoscente verso quelle donne che negli anni Settanta hanno lottato per combatterlo”), ma anche sulla profonda e intensa amicizia con Oliviero Toscani con il quale condivise un posto da assessore “ai sogni” nella giunta del sindaco Sgarbi a Salemi: “Eravamo un’armata Brancaleone, che però toccò interessi economici veri in una terra dove regnavano due fratelli che non scherzavano. Misi un confessionale in mezzo alla piazza principale per poi farmi confessore dei sogni dei cittadini e non dei loro peccati. Durò pochissimo. Venivano solo donne. I maschi dei bar della piazza guardavano la cosa di cattivo occhio”.

Video thumbnail

È toccato poi al decano del giornalismo sportivo su carta e in tv, Mario Bartoletti, ricordare una quantità infinita di aneddoti sul mondo del calcio, dello spettacolo e del Festival di Sanremo – del quale Bartoletti è massimo esperto, autore anche di un “Almanacco” con tutte le curiosità dal 1951 a oggi. “Berlusconi mi telefonava sempre e mi strigliava per aver sbagliato cravatta e perché voleva tagliassi i baffi”, ha ricordato il giornalista forlivese, che prima si fece le ossa con Gianni Brera, poi negli anni Ottanta diventò direttore dello storico Guerin Sportivo (“era avanti: inventammo i titoli calembour e non facevamo sconti a nessuno”) e infine chiamato dal Cavaliere a dirigere il palinsesto sportivo sulle reti Fininvest. “Lasciai quel posto quando Berlusconi mi chiese di non dire che il fallo di Maldini in una certa partita non era rigore”, ha sentenziato Bartoletti, che poi da lì fece il salto in Rai e inventò Quelli che il calcio. “Angelo Guglielmi volle fare il programma, ma non gradiva Fabio Fazio alla conduzione. Voleva invece Dario Fo. Andammo con Angelo a Spoleto per spiegare il progetto a Dario. Con lui c’era anche Franca Rame. Dario si divertì molto ad ascoltarmi, abbozzò idee muovendosi e parlando, poi all’improvviso tacque. La Rame intervenne e disse: ‘Il mio Dario una stronzata così non la farà mai’.

Importante anche il rapporto intenso che ebbe con Diego Armando Maradona. “Le imprese sportive non possono cancellare le fragilità, né tantomeno i peccati di un uomo, ma io lo metto lo stesso in Paradiso”, ha evocato così la figura del Pibe de oro. “Il giorno del suo matrimonio, che fu criticato da molti inviati italiani con un po’ di puzza sotto al naso, qualcuno scrisse: ‘E poi gli invitati di Maradona erano anche brutti’. Vabbè a parte me e Gianni Minà, c’era il presidente della Repubblica, Menem, che non era bellissimo ma, a parte questo, c’era un tavolo con dei personaggi anche abbastanza inquietanti, una dozzina di persone, sai chi erano? Erano i suoi amici d’infanzia. Coloro che erano sopravvissuti, che erano andati in galera per stupro, violenza, omicidio, quelli che non si erano ammazzati. E Maradona quel giorno di felicità volle vicino a sé sia il gotha dell’Argentina, dello spettacolo, dell’industria, della finanza, della politica, ma anche gli ultimi”. Infine proprio a ridosso di Sanremo 2025, l’enciclopedico Bartoletti mette in fila i conduttori elevando Pippo Baudo al primo posto: “Ne ha condotti 13, ma fu il vero grande rivoluzionario del festival”.

La Confessione è un programma realizzato da Loft Produzioni, ideato da Luca Sommi e Peter Gomez, scritto da Cecilia Pandolfi ed Elena Rosselli, con la regia di Matteo Forzano, fotografia di Mauro Ricci, scenografia di Giorgia Ricci.

Precedente
Precedente
Playlist

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.