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“I carabinieri che inseguirono mio figlio Ramy non dovevano parlare così. Ma credo nella giustizia e ho detto di mantenere la calma”

Parla Yehia Elgaml dopo la diffusione degli audio choc con le parole pronunciate dagli agenti durante l'inseguimento: "Non hanno dei figli? Ma lasciamo stare questi 4 o 5 ragazzi perché i carabinieri non sono tutti così"
“I carabinieri che inseguirono mio figlio Ramy non dovevano parlare così. Ma credo nella giustizia e ho detto di mantenere la calma”
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“Non dovevano parlare così, non hanno dei figli? Non va bene, ma lasciamo stare questi 4 o 5 ragazzi perché i carabinieri non sono tutti così”. Poche ore dopo la diffusione delle immagini e audio choc sulla morte di Ramy Elgaml, il padre Yehia invita tutti alla calma. “Tarek, il fratello di Ramy, è tranquillo, io ho chiesto a tutti di mantenere la calma. Ho chiamato e ho detto: ‘Per favore state calmi, non fate niente di brutto ora, aspettiamo la giustizia’. E loro mi hanno assicurato la pace”.

Elgaml ha anche parlato di quello che ha provato sentendo i commenti,diffusi dal Tg3, degli agenti che stavano inseguendo il figlio (“Chiudilo, chiudilo che cade” e il commento “bene” dopo l’impatto). “Ho visto mio figlio a terra, la macchina così attaccata al motorino”, ha continuato. “Come padre come puoi sentirti? Il mio cuore è ‘tranciato’, sono 45 giorni che non dormo”. Però ha ribadito il suo invito alla calma: “Con il video è arrivata una verità, di questo sono contento, ho fiducia nei giudici e nella giustizia italiana: io, la mia famiglia e tutta la comunità egiziana. Fiducia al 100%”. Il padre del 19enne ha chiuso dicendo di non temere che quanto realmente accaduto quella notte possa essere insabbiato: “No, non ho paura di questo, credo che uscirà tutta la verità, chiedo giustizia per mio figlio“.

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