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Spot Stellantis per raccontare “l’amore per l’Italia”. In 40 anni ha ricevuto 220 miliardi ma le tasse le paga in Olanda

Nella pubblicità Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Maserati confermano l’impegno nelle fabbriche italiane, accompagnate dalle note del brano "Si può fare" di Angelo Branduardi. Il triste precedente di "Fabbrica Italia"
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Questa sera il gruppo franco – italiano Stellantis manderà in onda un nuovo spot sulle principali emittenti italiane per raccontare il suo “amore per l’Italia”. La casa automobilistica, ha sede legale in Olanda, così come il suo primo azionista (al 15,1%), ovvero la finanziaria Exor (domiciliata nei Paesi Bassi dalla famiglia Agnelli-Elkann anche per i vantaggi fiscali).

Nella pubblicità, Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Maserati confermano l’impegno nelle fabbriche italiane, accompagnate dalle note del brano “Si può fare” di Angelo Branduardi. Nelle immagini si ripercorre la storia centenaria dei quattro marchi, intrecciando le storie industriali con quella del paese. “Un viaggio fatto di salite e discese, come nella vita di ciascuno di noi, eppure destinato a durare ancora molto a lungo. Perché a muoverlo è il motore più potente di tutti: l’amore per l’Italia”, spiega lo spot.

I precedenti non sono particolarmente incoraggianti. Nel 2012 andò in onda lo spot sul piano “Fabbrica Italia”, in cui la Fca di Sergio Marchionne prometteva al paese investimenti, modelli e assunzioni. Il piano fu presto accantonato e la produzione di auto in Italia non si è mai risollevata. Anche le intenzioni attuali del gruppo (sorto dall’unione con i francesi di Psa) non sembrano portare nulla di nuovo. Il piano rifilato al governo non prevede nessuna novità significativa e pochi investimenti mentre negli stabilimenti italiani il ricorso alla cassa integrazione è diffuso, continuo e destinato a durare a lungo.

Ma a ben vedere l’amore di Stellantis per l’Italia è più che comprensibile. Nel corso della sua storia Fiat ha ricevuto dallo stato italiano (ossia dalle tasse pagate dai suoi cittadini) oltre 200 miliardi di euro in varia forma. Dai sussidi agli incentivi, dalle partecipazioni agli investimenti fino alla cassa e ai vari ammortizzatori sociali. Senza contare uno sviluppo infrastrutturale fatto su misura per la casa automobilistica che era torinese. Si può fare, altroché!

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