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Manovra, retromarcia sulla web tax: continuerà a colpire solo i big. La tassa sulle plusvalenze da cripto sale al 33% nel 2026

Approvate in commissione Bilancio alcune delle modifiche caldeggiate da Forza Italia e Lega
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Con il via libera della commissione Bilancio della Camera è confermata la retromarcia della maggioranza sulla web tax, che il ddl di Bilancio nella versione iniziale prevedeva colpisse anche le piccole imprese, e sull’aumento al 42% della tassazione sulle plusvalenze da criptovalute. Fronti su cui Forza Italia e Lega avevano da subito chiesto modifiche.

Martedì sera è arrivato l’ok alla rimodulazione dell’imposta del 3% sui servizi digitali: continuerà a colpire solo le grandi aziende con ricavi globali sopra i 750 milioni. Salta però il requisito che almeno 5,5 milioni di euro siano realizzati in Italia. Inoltre la platea colpita sarà chiamata a versare un acconto entro novembre.

La tassa sulle plusvalenze delle criptovalute nel 2025 resta al 26% ma salirà al 33% dal 2026. E viene eliminata la soglia di esenzione fino a 2.000 euro.

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