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Fine vita, Fontana: “Serve una legge, i cittadini ce lo chiedono”. Ma in Lombardia la sua maggioranza affossa la proposta Coscioni

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“Il fine vita è un tema complesso che la nostra cittadinanza ci sottopone e che richiede che venga trattato. Deve essere esaminato, affrontato e risolto. Personalmente sono assolutamente favorevole al fatto che si debba regolamentare questo aspetto della vita”. In un’intervista al Corriere della sera, il governatore leghista della Lombardia Attilio Fontana si dichiara a favore di una legge per disciplinare il suicidio assistito, nonostante in Consiglio regionale la sua maggioranza abbia bloccato a voto segreto – ancora prima di discuterla – la proposta di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni, approvando una pregiudiziale di costituzionalità per violazione della competenza dello Stato. A precisa domanda, Fontana non smentisce il retroscena secondo cui, nell’occasione, avrebbe votato insieme alle opposizioni: “A parte il fatto che il voto è assolutamente segreto, ho sempre sostenuto e continuo a ribadire che dobbiamo ascoltare le esigenze che provengono dai nostri cittadini. Credo che questo argomento meritasse una discussione approfondita. Pensavo si potesse fare un discorso di carattere alto per affrontare un tema che è sicuramente sentito da tantissime persone e che il Consiglio regionale potesse essere la sede adatta, di grandissima dignità, dove sostenere le diverse opinioni”, afferma.

Il governatore dice di non sapere “quali siano state le motivazioni” del centrodestra per respingere la proposta di legge: “Penso che tutti fossero convinti che non c’erano le condizioni per discutere in aula in base al fatto che il tema non è di competenza regionale, bensì nazionale. Non credo che sia una questione ideologica, in ogni caso l’aula è sovrana e non possiamo fare il processo alle intenzioni. Il mio partito ha sempre lasciato assoluta libertà di voto rispettando la coscienza di ciascuno di noi e io sono d’accordo”. In effetti nella Lega convivono posizioni molto diverse sul tema: in Veneto il presidente Luca Zaia, esponente di punta del partito, si è speso in prima persona per far approvare una legge regionale, bocciata però dalla sua stessa maggioranza, in gran parte schierata sulla linea conservatrice del segretario Matteo Salvini. Nonostante in Italia il suicidio assistito sia stato legalizzato, a determinate condizioni, dalla Corte costituzionale tramite la sentenza del 2019 nel caso Cappato/Dj Fabo, non esiste una legge che definisca tempi e procedure per la sua attuazione.

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