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Sparare è facile, non sparare è difficile: onore ai nostri soldati in Libano!

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I soldati italiani che partecipano alla missione dell’Onu in Libano continuano ad essere bersaglio di attacchi da parte dell’esercito israeliano. E continuano a non rispondere al fuoco. Quando ti sparano bisogna avere le palle per non perdere la testa e scaricargli addosso tutti i bazooka che hai. Invece i nostri soldati continuano a ripetersi: non devo sparare! Non devo sparare! E riescono a non sparare.

Però forse un giorno qualcuno spiegherà loro perché il governo italiano, l’Unione Europea e l’Onu lasciano che l’esercito dello sterminatore nazionalista Netanyahu compia tutte le violazioni che vuole al diritto internazionale e al senso di umanità e possa anche colpire le basi militari dell’Onu, che è lì come forza di pace, senza che vi sia una reazione che vada al di là di un cortese brontolio.

Oltre a ferire diversi soldati dell’Onu, l’esercito israeliano è arrivato a demolire con le ruspe una torretta di osservazione dell’Onu, chiaro segnale delle sue intenzioni: non vogliono che osservatori internazionali vedano quello che si apprestano a fare. I macellai preferiscono lavorare senza testimoni intorno.

Visto che se uno parla contro l’estrema destra israeliana viene subito tacciato di antisemitismo ripeto anche qui che considero Hamas criminale, gli attacchi del 7 ottobre 2023 crimini di guerra e che ho supportato la diffusione del rapporto di Amnesty sulle torture e gli assassinii compiuti da Hamas anche contro pacifisti palestinesi. E da sempre sostengo le associazioni che riuniscono contro la violenza pacifisti israeliani e palestinesi che hanno pianto l’assassinio dei loro bambini ad opera di Hamas o della banda di Netanyahu (vedi la storia di Bassam Aramin e Rami Elhanan). Se uno ammazza i bambini non mi interessano le sue motivazioni, è uno schifoso assassino.

Detto questo ribadisco che i nostri soldati sono eroici e i nostri governanti fanno pena, tradiscono i loro ideali di difensori della patria. Almeno il governo avesse la coerenza di ritirare i nostri uomini dal Libano e dire bello e chiaro: “Israele può ammazzare chi vuole. Noi non guarderemo”.

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