I partigiani italiani non uccisero mai i figli dei generali fascisti. Uccidere bambini è un orrendo crimine in Palestina come in Israele.

In questi giorni di orrore mi sciocca leggere e ascoltare in televisione che alcuni parteggiano per il governo israeliano o per quello di Hamas. Come è possibile che tu giustifichi i crimini di guerra compiuti da una delle due parti? Tu dici: i malvagi sono i nemici che hanno iniziato a uccidere i bambini. Che cosa dovevano fare i padri dei bambini uccisi, se non vendicarsi?

Resto stupito scoprendo che nella pacifica Italia così tante persone giustificano moralmente la vendetta e mi sciocca quando questi discorsi vengono fatti associando la Resistenza italiana contro i nazifascisti alle azioni di Hamas o a quelle dell’esercito israeliano.

Come si fa a non sapere che i partigiani italiani, davanti alla violenza disumana dei nazifascisti, si imposero di colpire solo i combattenti nemici? Nessun partigiano si mise a organizzare attentati indiscriminati o a uccidere i figli dei gerarchi fascisti. Diversamente si comportarono statunitensi e inglesi che bombardarono in modo indiscriminato le città italiane provocando un’ecatombe tra i civili.

Ci furono, è vero, dopo la liberazione, episodi terribili di pubblico linciaggio e uccisioni di persone che non erano responsabili di nessun crimine. Ma furono molti i partigiani che fermarono simili azioni; mio nonno, Felice Fo, mi raccontò della decisione di organizzare un gruppo che iniziò a girare per i paesi intorno a Luino e, armi in pugno, liberavano i fascisti che non avevano commesso nessun crimine e rischiavano di essere giustiziati senza processo da partigiani dell’ultima ora. E spesso si volevano consumare così vendette personali che nulla avevano a che fare con la resistenza al nazifascismo.

La verità è la prima vittima di tutte le guerre. Sarebbe bello che lo si insegnasse a scuola. Se tu pensi che in questa guerra ci sia una parte che ha tutte le ragioni e una che ha tutti i torti forse potresti informarti un po’ e scopriresti che molti palestinesi accusano i capi di Hamas di corruzione e di ruberie gravissime e di aver torturato e ucciso parecchi militanti palestinesi moderati.

Inoltre Hamas ha dimostrato una gigantesca incapacità di governo, e sicuramente non ha interesse a sviluppare una società che riconosca alle donne pari diritti.

Sul fronte opposto diversi esponenti del governo israeliano sono accusati di corruzione, primo tra tutti Benjamin Netanyahu, e stanno cercando di imporre una svolta autoritaria in Israele.
Se tu credi che l’esercito israeliano non abbia mai compiuto stragi di civili potresti consultare i rapporti dell’Onu e di organizzazioni umanitarie internazionali. Su questo argomento i sostenitori del governo israeliano hanno realizzato un capolavoro di disinformazione, e parecchie persone commentano i post pacifisti sostenendo che l’esercito israeliano si è sempre e solo limitato alla difesa dalle azioni terroristiche.

Ma è difficile nascondere migliaia di morti: ci sono documentazioni che provano i crimini di guerra in modo incontestabile. E peraltro in vari casi sono gli stessi portavoce israeliani ad aver ammesso almeno in parte i fatti. Ad esempio durante l’Operazione “Piombo fuso”, nel 2008, nella Striscia di Gaza l’esercito israeliano fece un massacro, secondo il governo israeliano 1166 vittime tra i palestinesi. Secondo il rapporto Onu 1417. Secondo Reporters sans frontières 1342, di questi 235 sotto i 16 anni. I civili uccisi sono stimati tra i 700 e i 900. Nel 2014 l’operazione “Margine di Protezione” causò più di 2.000 morti, più di 500 i bambini.

Hamas non rappresenta tutti i palestinesi, il governo israeliano non rappresenta tutti gli ebrei di Israele. Questa guerra non la vincerà mai nessuno. La pace è l’unica opzione possibile. Forse bisognerebbe far conoscere la storia di due padri, un palestinese e un israeliano, che hanno perso le loro figlie a causa della violenza e che insieme hanno trasformato il loro dolore in attivismo per la pace. Bassam Aramin è palestinese, Rami Elhanan è israeliano. Dalla loro storia un libro: Apeirogon di Colum McCann.

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