Venditori d’odio. Se non sostieni Israele sostieni Hamas. E viceversa.

Sono sconcertato dalla furia che anima i sostenitori di Israele, speculare a quella dei supporter di Hamas. Entrambi gli schieramenti non tollerano l’esistenza di un diverso modo di pensare: sembra che non vedano la possibilità di condannare tutti i crimini di guerra, la mattanza di bambini e di civili. Per queste persone è inconcepibile, incomprensibile, inaudita, la ricerca di una mediazione possibile per fermare la guerra. Questa furia porta tanti intellettuali e giornalisti addirittura a far finta di non capire quello che noi pacifisti affermiamo, a distorcere le nostre parole, a non ascoltare le nostre precisazioni.

Ci accusano di far finta di condannare entrambi i belligeranti con lo scopo subdolo di appoggiare questo schieramento o quello. Per queste persone noi diciamo bugie, non abbiamo il coraggio di sostenere apertamente Hamas o il governo di Israele e pratichiamo la via del sotterfugio. Nei commenti ai miei post trovo attacchi violenti alle mie affermazioni provenienti da filo Netanyahu e da filo Hamas. E queste critiche sono sempre accompagnate da attacchi personali: si insinua che io sostenga la via della pace solo perché sono un alcolizzato, un drogato, un pazzo, un figlio di papà o perché sono pagato da poteri occulti. Non si concede che una persona possa essere un essere umano degno e contemporaneamente pensare che i bambini non si devono ammazzare in nessun caso.

Questa brutalità ideologica non viene soltanto da persone ignoranti e incapaci di concepire un dibattito tra idee… Qui ci troviamo ad aver a che fare con individui che conoscono Platone, magari hanno letto Erasmo Da Rotterdam, hanno meditato su Hegel e Bertrand Russell, ma se gli parli degli orrori perpetrati in Palestina e Israele perdono ogni senso critico, buttano nell’immondizia la razionalità e si abbandonano a reazioni viscerali dettate dalla rabbia e dall’odio.

Io mi chiedo: come riescono a fare scempio della loro capacità di giudizio e aderire ad un tipo di tifoseria ottusa quanto quella della peggior curva allo stadio?

Credo che sia importante riuscire a smontare queste posizioni che giustificano ogni sorta di crimine di guerra, perché se vogliamo la pace dobbiamo riuscire a dialogare con queste persone. Essere capaci di provocare dubbi nella mente di questi estremisti è fondamentale se desideriamo che si arrivi alla pace. Se vogliamo mostrare quali sono i punti deboli del ragionamento guerresco possiamo tentare di smontarlo, di trovare i vizi logici, i salti illogici, che permettono di sostenere idee che sono ben lontane dalla realtà. Dobbiamo dimostrare che l’idea che la violenza possa risolvere i conflitti è un’allucinazione. E la prima allucinazione, immensa, che dobbiamo mettere in discussione è l’idea che i palestinesi stiano tutti con Hamas e che gli israeliani condividano tutti le scelte del governo di Israele.

Siamo di fronte al meccanismo che da sempre origina il razzismo: tutti gli immigrati sono ladri, tutti i neri sono sporchi, tutti i napoletani non hanno voglia di lavorare.
Per odiare un gruppo umano, siano essi i camionisti o gli impiegati statali, devi innanzitutto fare di tutta l’erba un fascio. I media hanno realizzato un’opera colossale di censura: quasi mai hanno raccontato le profonde spaccature all’interno del popolo palestinese e di quello israeliano.

La pagina Fb “Destinazione Pace” si è data come obiettivo la raccolta di storie che rovesciano questo concetto razzista. Che gran parte del popolo di Israele sia contro la politica violenta e criminale del governo israeliano è evidente a chiunque si voglia informare: prima del 7 ottobre 2023 ci sono state moltissime manifestazioni contro Netanyahu, peraltro accusato di corruzione dalla giustizia israeliana insieme a parecchi suoi ministri e collaboratori. Chi sostiene la liceità dell’uccisione di civili “nemici” potrebbe andare in crisi scoprendo che tra le vittime dei massacri del 7 ottobre c’erano anche oppositori radicali alla violenza, ad esempio Eviatar e Liliach Kipnis, sequestrati e assassinati nel kibbutz di Be’er.

Ed entrambi gli schieramenti preferiscono tacere sulle centinaia di famiglie che da anni si incontrano per condividere il dolore per la perdita dei loro figli, palestinesi ed israeliani che credono che l’incontro con altre persone che stanno vivendo lo stesso dolore sia l’unica cura. Famiglie che ripudiano la vendetta, eroi della pace come Ali Abu Awwad, Nadav Weiman, Bassam Aramin e Rami Elhanan. Quanti di questi eroi della pace sono stati uccisi il 7 ottobre da Hamas? Quante sono stati uccisi dai bombardamenti israeliani sui territori palestinesi?

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