Il mondo FQ

Primo taglio Bce dal 2019. Tassi giù dello 0,25%, nonostante l’aumento delle stime sull’inflazione. Giorgetti: “Era ora”

Commenti

È arrivato il “taglietto” del costo del denaro più annunciato di sempre. La Banca centrale europea ha ridotto i tassi dello 0,25%, come da attese prevalenti, invertendo una marcia forzata di rialzi iniziata nel luglio del 2022 e che, nel giro di un anno, aveva alzato il costo del denaro del 4%. Una bella botta per tutte le famiglie con mutui a tasso variabile che hanno visto la rata mensile gonfiarsi di centinaia di euro. Una festa per le banche che hanno inanellato un paio di esercizi con profitti record. L’obiettivo di questa stretta monetaria era quello di riportare l’inflazione, salita sino ad oltre il 10%, su valori accettabili. Ora, nella zona euro, siamo al 2,6% non distante da quel 2% considerato, a torto o a ragione, il valore ottimale dalla Bce.

La “missione” sembra a buon punto me le ultime rilevazioni hanno segnalato un qualche risveglio dei prezzi. Nel frattempo la Federal Reserve statunitense è molto cauta su prossimi tagli ai tassi americani. Un fattore che incide in qualche misura anche sulle scelte della Bce. Un differenziale di tassi eccessivo tra le due sponde dell’oceano può generare lo spostamento di ingenti quantità capitali ed interferire negli scambi commerciali. Nelle scorse settimane, membri del board Bce hanno prospettato la possibilità di un secondo taglio già nella riunione del prossimo luglio. Una mossa che andrebbe a sostegno della crescita economica europea, non particolarmente brillante. Tuttavia gli ultimi dati sui prezzi aumentano i dubbi sulla praticabilità di questa scelta.

Per le prossime decisioni sui tassi la Bce si baserà “sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”, scrive oggi il Consiglio direttivo al termine della riunione. La Banca centrale ha inoltre migliorato la sua stima di crescita 2024 per l’economia della zona euro, portandola a 0,9% da +0,6% indicato lo scorso marzo. Per il 2025 la crescita stimata è ora 1,4% da 1,5% indicato ad aprile, per il 2026 è confermato l’1,6%. Salgono anche le stime sull’inflazione, portate al 2,5% dal 2,3% indicato a marzo, e per il 2025 portandola al 2,2% dal 2% indicato ad aprile. La stima rimane all’1,9% per il 2026.

– Nell’area euro, “malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi poiché la crescita delle retribuzioni è elevata” e dunque “l’inflazione resterà probabilmente al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno”, ammette la presidente della Bce Christine Lagarde con parole diverse rispetto a quelle della conferenza stampa di aprile, quando aveva indicato che l’inflazione avrebbe visto delle “fluttuazioni attorno ai livelli attuali, prima di scendere al nostro obiettivo (del 2%, ndr) a metà 2025″. Abbiamo tagliato i tassi perché “la nostra fiducia nel cammino” dell’inflazione “è cresciuta negli ultimi mesi”, ha spiegato la presidente della Bce.

“Ci saranno vari scossoni sulla strada” dell’allentamento della stretta monetaria, “alcuni li possiamo anticipare e predire, ma altri possono arrivare a sorpresa oppure alcuni li anticipiamo ma la portata è più grade del previsto. È una strada accidentata e i prossimi mesi saranno altrettanto, lo sappiamo”, ha puntualizzato Lagarde spiegando che “Non posso confermare che siamo in un processo di rientro” dei tassi rispetto alla stretta iniziata nel 2022. Infine Lagarde ha detto che il taglio di oggi è stato deciso quasi all’unanimità, con un solo volo contrario.

“Ci sono stati considerevoli progressi nel ridurre l’inflazione in Europa: è appropriato per la Bce iniziare a tagliare i tassi”, dice la direttrice della comunicazione del Fondo Monetario Internazionale Julie Kozack, sottolineando che è per la Bce è importante mantenere un approccio basato sui dati e decidere riunione per riunione. “Finalmente la Bce ha tagliato i tassi. Una decisione attesa, opportuna, coerente con la situazione attuale e, guardando gli ottimi dati di riduzione dell’inflazione in Italia, ben al di sotto della media dell’area euro…anche doverosa. Era ora. Auspichiamo che questo sia solo il primo passo in questa direzione”, commenta il ministro dell’economia e finanze Giancarlo Giorgetti.

“Una riduzione dei tassi di 25 punti percentuali, nel caso di un pieno trasferimento sull’Euribor, corrisponde a una diminuzione della rata del mutuo, per chi ha contratto ora un mutuo a tasso variabile, pari a 18 euro al mese, 216 euro all’anno. Un risparmio che poi si riduce man mano che il mutuo si avvicina alla sua scadenza, e si paga quasi soltanto la quota capitale”, scrive in un comunicato l’Unione nazionale consumatori, che ha considerato l’importo, la durata media di un mutuo e l’ultimo Taeg comunicato da Bankitalia, 4,21%. La Fabi segnala comunque che il taglio odierno è già in larga parte incorporato nei tassi praticati attualmente dalle banche.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione