L’Inail non può prendere in carico il caso di Franco Di Mare, giornalista, conduttore di varie trasmissioni, ex inviato di guerra e dirigente della Rai. All’inizio di dicembre, spiega una nota, l’istituto non ha potuto fare altro che prendere atto che si tratta di “persona non tutelata” ai sensi della normativa Inpgi, cioè quella che regola la previdenza dei giornalisti. Quindi non è l’Inail ad aver bloccato la procedura, ma più semplicemente – e drammaticamente – non esiste alcuna procedura. “Le malattie dei professionisti dell’informazione titolari di un rapporto di lavoro subordinato – spiega ancora l’Inail – sono tutelate solo dall’inizio del 2024, dopo la fine del periodo transitorio di passaggio dalla tutela dell’Inpgi a quella dell’Istituto”. Per tutti gli altri restano le eventuali tutele di Casagit, la cassa di previdenza dei giornalisti. “Per questo motivo l’Inail non è legittimato ad accertare il nesso causale tra la professione svolta dal giornalista e la patologia che ha contratto né a rilasciare una certificazione che attesti o meno questa correlazione”, spiega ancora l’istituto.

L’Istituto, ricostruisce ancora la nota, è venuto a conoscenza del caso alla fine di ottobre, durante il periodo transitorio di passaggio dalla tutela dell’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, a quella dell’Inail. Come stabilito dalla legge di bilancio 2022, fino al 31 dicembre 2023 l’assicurazione contro gli infortuni dei giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica ha continuato a essere gestita secondo le regole previste dalla normativa vigente presso l’Inpgi alla data del 30 giugno 2022, che non prevede la tutela dalle malattie professionali. Dal primo gennaio 2024, invece, i giornalisti dipendenti sono tutelati dall’assicurazione obbligatoria Inail sia contro gli infortuni sul lavoro sia contro le malattie professionali manifestatesi a partire dalla stessa data.

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