Quella telefonata al presidente della Commissione dell’Unione Africana dietro cui si celavano due comici russi non è mai andata giù a Giorgia Meloni. Dopo il consigliere diplomatico Francesco Maria Talò che fu costretto a dimettersi, ora la presidente del Consiglio ha deciso di allontanare anche la consigliera responsabile dei dossier africani, Lucia Pasqualini, dall’ufficio diplomatico di Palazzo Chigi. Fu lei a gestire il fascicolo della telefonata del 18 settembre scorso del finto Moussa Faki che portò Meloni a una gaffe diplomatica ammettendo che in Europa c’era “stanchezza” sulla guerra in Ucraina e si doveva cercare una via per far finire il conflitto.

Dopo le dimissioni di Talò annunciate da Meloni il 3 novembre in conferenza stampa (“C’è stata troppa superficialità”), Pasqualini dal 19 febbraio scorso non lavora più nell’ufficio diplomatico di Palazzo Chigi, come certifica anche il database della presidenza del Consiglio sui collaboratori: è stata sostituita per i dossier africani dal consigliere di Legazione Fabio Massimo Ballerini ed è stata spostata alla struttura di missione del Piano Mattei presieduta dall’ambasciatore Fabrizio Saggio, che nel frattempo ha sostituito Talò per il ruolo di consigliere diplomatico. Fisicamente Pasqualini – già funzionaria di alto grado del ministero degli Esteri, con incarichi di vice console a New York, negli Stati Uniti, e console a Guangzhou, in Cina – non lavora più negli uffici di Palazzo Chigi, pur risultando ancora fuori ruolo al ministero degli Esteri distaccata alla presidenza del Consiglio.

La telefonata risale al 18 settembre scorso: due comici russi – Vovan e Lexus – si finsero il presidente dell’Unione Africana e organizzarono un colloquio di 13 minuti con la presidente del Consiglio sui principali dossier internazionali. Meloni solo successivamente disse che si era accorta di qualche stranezza ma durante la telefonata ammise che c’era “stanchezza” sulla guerra in Ucraina e aggiunse: “Forse siamo vicini al momento in cui tutti capiranno che serve una via d’uscita, accettabile per entrambi e rispettosa del diritto internazionale”. L’ufficio diplomatico di Palazzo Chigi fu bucato in maniera plateale: qualcosa nelle verifiche del caso – la lingua, l’appuntamento e la corrispondenza del numero – saltò e Meloni parlò con i comici russi al posto del politico africano. Da allora, la premier ha allontanato i due responsabili: il consigliere diplomatico Talò e la sua dirigente.

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