di Tiziano Zennaro

“Storia maestra di vita”. Questo antico detto non si applica all’attuale governo Meloni, nello specifico al Ministero dell’Istruzione e del Merito, che anche per la prossima apertura delle graduatorie provinciali delle supplenze (Gps) 2024/26 ha ben pensato di riproporre, piè pari, la stessa illegittima ordinanza del precedente Governo, a firma dell’allora Ministro Bianchi.

Ebbene sì, per il prossimo biennio gli specializzandi con titolo estero non potranno beneficiare di alcuna stipula contrattuale fino a che il titolo non verrà riconosciuto. Allora ci domandiamo: lo sa il Ministro Valditara che il suo Ministero non sta rispondendo alle richieste di riconoscimento avanzate da centinaia di docenti due anni or sono? Lo sa, l’egregio Ministro Valditara, che nel corso dell’anno 2023/24 il suo Ministero è stato chiamato in causa da centinaia di docenti, e che in tutti i processi il Ministero è stato dichiarato soccombente, spesso e volentieri anche con condanna alle spese (che ovviamente pagheranno gli ignari cittadini, ma di questo nessuno parla)? Quante centinaia di euro è costato, alle casse dello Stato, questo “scherzetto” di non riconoscere i titoli esteri entro i termini di legge e far rimanere i docenti in una sorta di limbo, caro Ministro, per di più con l’impossibilità di poter firmare contratti?

Quella diramata in questi giorni è solo una bozza di decreto, per carità, ma non per questo non preoccupante: se questa bozza dovesse venire approvata significherebbe che, da un lato, i giudici italiani dichiarano l’inadempienza del Ministero nel riconoscimento dei titoli esteri condannandolo al pagamento di laute spese legali, dall’altro il Ministero continua a fare ciò che vuole addivenendo persino a violare il diritto/dovere al lavoro sancito in ogni ordinamento democratico che si rispetti.

Ma davvero un organo esecutivo si può arrogare la facoltà di far finta che non esistano centinaia di sentenze, ormai definitive, che lo condannano ad adempiere?

Ma c’è di più: oltre un anno fa, il Miur ha diramato una nota nella quale affermava che il Ministero – causa carenza organico – era nell’oggettiva incapacità di evadere le richieste di riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero nel termine di quattro mesi (come previsto dalla legge) e che, in ragione di ciò, si sarebbe prontamente costituita la società Cimea, abilitata a questa attività. Ebbene, è passato un anno e mezzo. Qualcuno ha notizia dell’attività posta in essere da Cimea? Cosa è stato fatto, da un anno a questa parte, dal Ministero, oltre che perdere tutti i ricorsi contro il silenzioso inadempimento? Su questo e tanto altro vorremmo delle chiare risposte.

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