Il ministero degli Esteri ha reso noto che tre cooperanti italiani, sono stati posti in stato di fermo nei giorni scorsi in Tunisia per presunte irregolarità legate a prelievi di denaro da una banca locale. I fermati sono impegnati in attività di cooperazione per l’organizzazione umanitaria italiana OSC CESVI, insieme ad altro membro dello staff CESVI. I tre cooperanti – si legge in una nota del ministero – operano su alcuni progetti in Libia, Paese il cui sistema bancario mantiene una serie di limitazioni che rendono necessari, per chi vi si trova a operare e abbia necessità di valuta, periodici prelievi di denaro in Tunisia. Sin dall’inizio della vicenda, viene sottolineato, l’ambasciata d’Italia a Tunisi, in stretto coordinamento con la Farnesina, ha assicurato assistenza ai connazionali ed è in costante contatto con CESVI, che sta fornendo tutte le necessarie informazioni alle autorità inquirenti per consentire un rapido chiarimento e arrivare a un auspicabile, rapido rilascio di tutte le persone coinvolte.

Cesvi è un’organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente, fondata a Bergamo nel 1985. La ong opera in tutto il mondo per supportare le popolazioni più vulnerabili nella promozione dei diritti umani, e per lo sviluppo sostenibile. In particolare è attiva con 122 progetti in Africa, Asia, Medio Oriente, America Latina ed Europa. Per quanto riguarda invece la Tunisia, proprio oggi l’Unione Europea ha erogato un sostegno finanziario sotto forma di aiuti al bilancio per un valore di 150 milioni di euro, nell’ambito del programma di sostegno alle riforme macroeconomiche (Parme) concordato dall’Ue e dalla Tunisia nel dicembre 2023. L’esborso è destinato a sostenere il Paese nella stabilizzazione della sua situazione macroeconomica e negli sforzi per migliorare la gestione delle finanze pubbliche e il clima imprenditoriale.

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