Spagna e Irlanda si mettono alla testa dei paesi europei che chiedono a Bruxelles di “verificare urgentemente” il rispetto dei diritti umani a Gaza da parte di Israele. La Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia sta svolgendo le proprie verifiche sulle accuse di genocidio mosse dal Sudafrica, mentre l’Huffington Post Usa ha diffuso la notizia che Washington sta indagando su possibili crimini di guerra compiuti da Tel Aviv nella Striscia. Oggi, ad avanzare la stessa richiesta sono i governi di Madrid e Dublino che in una lettera hanno chiesto alla Commissione europea di svolgere verifiche su eventuali violazioni dei diritti umani su suolo palestinese. Il presidente francese Emmanuel Macron ha invece chiamato direttamente il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, per dire che il bilancio dei morti a Gaza è “intollerabile” e che l’operazione di Tel Aviv deve “cessare“.

La notizia è stata diffusa dal capo del governo spagnolo, Pedro Sanchez, spiegando di aver inviato una lettera a Bruxelles firmata insieme al primo ministro irlandese Leo Varadkar. Ricordando “l’orrore del 7 ottobre” e ribadendo la richiesta di rilascio di tutti gli ostaggi nelle mani di Hamas e del Jihad Islamico, i due governi hanno comunque chiesto un “cessate il fuoco immediato” e l’avvio di indagini sui raid israeliani a Gaza. La portavoce della Commissione europea Arianna Podestà ha confermato che la missiva è stata ricevuta e che la presidente Ursula von der Leyen prenderà in esame il dossier.

Nella lettera, Sánchez e Varadkar si riferiscono “all’accordo di associazione Ue/Israele” che stabilisce come “elementi essenziali della relazione” tra le due parti “il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici”. I due chiedono quindi “una valutazione urgente” per quanto riguarda l’osservanza di tali obblighi: “In caso si ritenesse che (Israele, ndr) non lo stia facendo”, chiedono di inoltrare una proposta al Consiglio di “misure adeguate“.

La richiesta arriva quando l’operazione su Rafah, l’ultima città-rifugio dei milioni di sfollati palestinesi nella Striscia, è iniziata da giorni ed è atteso a breve il temuto attacco di terra che potrebbe provocare l’ennesima carneficina nell’enclave. Sanchez e Varadkar sostengono, a proposito, che “l’espansione dell’operazione militare israeliana nell’area di Rafah costituisce una minaccia seria e imminente che la comunità internazionale deve affrontare urgentemente” e sottolineano che a Gaza “quasi 28mila palestinesi sono stati uccisi e più di 67mila feriti” negli ultimi mesi, mentre “1,9 milioni” di persone sono state sfollate. I due capi dell’esecutivo ricordano poi le “misure cautelari vincolanti” stabilite dalla Corte Internazionale di Giustizia in merito alla causa aperta contro Israele dal Sudafrica e la conclusione dei giudici sul fatto che “almeno alcuni degli atti o delle omissioni che il Sudafrica sostiene che Israele abbia commesso a Gaza possano rientrare nel campo di applicazione delle disposizioni della Convenzione sul Genocidio“.

Dopo le indiscrezioni circolate martedì sulle indagini delle autorità americane sulle azioni compiute da Israele a Gaza, il Wall Street Journal pubblica altri particolari. Nello specifico, si legge, il Dipartimento di Stato americano sta indagando su diversi raid israeliani a Gaza che hanno ucciso decine di persone e sul possibile uso di fosforo bianco per colpire civili in Libano. Uno degli attacchi sul quale si indaga è quello del 31 ottobre al campo profughi di Jabaliya nel quale sono morte più di 135 persone. Gli investigatori temono che Israele abbia usato bombe da oltre 900 chilogrammi che potrebbero essere state fornite dagli Stati Uniti. Ordigni solitamente usati per distruggere costruzioni e bunker sotterranei come quelli di Hamas ma che, data la loro grande potenza distruttiva, non vengono impiegati in aree densamente popolate come le città della Striscia. Se gli investigatori dovessero arrivare alla conclusione che Israele ha usato armi americane in modo improprio, potrebbero raccomandare una riduzione degli aiuti militari, suggerendo restrizioni all’uso e proponendo nuove linee guida.

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