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La borsa dello scandalo: una Dior da 2mila euro rischia di rovinare la First Lady della Corea del Sud (e mettere in crisi il presidente)

Kim Keon Hee, imprenditrice e moglie del presidente Yoon Suk Yeol, avrebbe accettato una borsa di lusso in regalo sollevando critiche e accuse di corruzione

di Beatrice Manca

Galeotta fu una borsa. Potremmo riassumere così il caso politico che dalla Corea del Sud sta rimbalzando sulle prime pagine di tutto il mondo: Kim Keon Hee, imprenditrice e moglie del presidente Yoon Suk Yeol, avrebbe accettato una borsa di lusso in regalo sollevando critiche e accuse di corruzione. E che borsa: una Lady Dior, simbolo della Maison francese e oggetto del desiderio planetario. La storia della “First Lady e della Lady Dior” (perdonateci il gioco di parole) ha aperto una vera e propria crisi politica, capace di mettere a repentaglio il partito del marito alle elezioni di aprile.

Cos’è lo “scandalo della borsa Dior” – Ma facciamo un passo indietro. Secondo i media locali, i fatti in questione risalgono al 2022: al centro dello scandalo c’è un video girato di nascosto da Choi Jae-young, un reverendo coreano-americano, e poi pubblicato più di un anno dopo dal canale YouTube di sinistra Voice of Seoul. D’accordo con il sito di opposizione, il reverendo Choi ha organizzato una specie di trappola e poi ha registrato tutto grazie a una piccola telecamera incorporata nell’orologio. Nelle immagini si vede l’acquisto della borsa, una Lady Dior color grigio ghiaccio, e un’inquadratura dettagliata della ricevuta. Prezzo: 3 milioni di won, poco più di 2000 euro. La legge anti-corruzione sudcoreana proibisce ai funzionari pubblici e ai loro coniugi di ricevere regali dal valore superiore a 1 milione di won (ovvero circa 700 euro) in una sola volta, o per un totale di 3 milioni di won, ma distribuiti in un anno fiscale. Il video prosegue con Choi che entra negli uffici di Covana Contents, una società di Seoul di proprietà di Kim Keon Hee, incontra l’imprenditrice e le passa il sacchetto di Christian Dior. Nel video si sente la first lady dire frasi come “Perché continui a fare così?” oppure “Non comprare mai più qualcosa di così costoso”.

Le critiche contro la first lady sudcoreana – Nel filmato non si vede mai la donna prendere la borsa – il sacchetto rimane sempre sul tavolo – ma il giornale Korea Herald riporta che l’ufficio del presidente ha confermato la ricezione della borsa, aggiungendo che è stata “gestita e conservata come proprietà del governo”. Non è la prima volta che la first lady Kim Keon Hee si trova nell’occhio del ciclone: prima è stata accusata di aver ‘gonfiato’ il curriculum, poi di aver guadagnato in modo poco trasparente da alcuni investimenti in borsa manipolando il prezzo delle azioni. Il video, pubblicato alla fine del 2023, è esploso solo negli ultimi giorni, offrendo ai suoi detrattori – e soprattutto agli avversari politici del marito – l’occasione per accusarla di corruzione.

La borsa preferita di lady Diana è al centro dello scandalo – Al netto dei molti elementi ancora da chiarire, la storia dello “scandalo della borsa Dior”, come è stato soprannominato dai media, è troppo ghiotta per essere ignorata. La Lady Dior non è una borsa qualsiasi: era la borsa preferita di lady Diana, da cui prende il nome. La principessa del Galles la indossò per la prima volta nel 1995 – omaggio di Bernadette Chirac – e da quel momento non se separò mai. E così la borsa “Chouchou”, la handbag in pelle con l’impuntura Cannage e i ciondoli dorati con le lettere D, I, O, R – diventò per tutti la Lady Dior. Il modello è amatissimo, tanto da essere un vero e proprio bene d’investimento del settore fashion. Esiste in varie dimensioni e in vari colori: la versione media costa 5.900 euro. Nella sua lunga storia la Lady Dior è stata al braccio di moltissime donne, ma forse non si era mai trovata al centro di uno scandalo politico. Con un azzardato paragone storico, il leader del partito di governo Kim Kyung-yul ha paragonato la first lady sudcoreana addirittura a Maria Antonietta citando la “sregolata passione per il lusso” della regina francese. Se non hanno pane, insomma, che indossino delle Dior.

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